Di Peter Nurse
Investing.com - Prezzi del petrolio in rialzo questo venerdì, spinti dai commenti rialzisti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia. Tuttavia, il greggio è diretto verso una settimana in negativo, dopo il dato forte sull’inflazione statunitense e con le trattative sul nucleare iraniano in corso.
Alle 9:05 ET (14:05 GMT), i future del greggio USA salgono dell’1% a 90,80 dollari al barile, mentre il contratto del Brent va su dello 0,8% a 92,16 dollari. I future della benzina USA RBOB salgono dello 0,5% a 2,6787 dollari al gallone.
“Il mercato del petrolio è incredibilmente teso”, ha dichiarato Toril Bosoni, a capo della divisione mercati e industria dell’AIE, in un’intervista a Bloomberg Tv questo venerdì. “I prezzi continuano a schizzare e ora stanno raggiungendo livelli scomodi per i consumatori in tutto il mondo”.
L’agenzia ha citato la “cronica” lotta della coalizione OPEC+ per riaccendere la produzione come spiegazione alla tensione del mercato, spiegando che, a meno che i maggiori produttori del gruppo (Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti) non estraggano più petrolio da esportare, i prezzi senza dubbio saliranno ancora.
La differenza alla fine dello scorso anno tra la quantità di petrolio che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ed i suoi alleati, gruppo noto come OPEC+, avrebbe dovuto produrre e quella effettivamente prodotta dall’inizio del 2021 potrebbe ammontare ad un miliardo di barili, stima l’AIE.
L’istituto parigino, inoltre, ha alzato le sue stime sulla domanda 2022 di 800.000 barili al giorno, prevedendo un aumento di 3,2 milioni di barili al giorno quest’anno. Giovedì, nel suo report mensile, l’OPEC ha alzato la stima sulla domanda di quest’anno di 4,15 milioni di barili al giorno.
Intanto, i prezzi del petrolio si avviano al loro primo calo settimanale dopo sette rialzi settimanali consecutivi, mentre i trader tengono d’occhio le trattative tra l’Occidente e l’Iran per il potenziale ripristino di un trattato che limita le ambizioni nucleari del paese del Golfo Persico.
Un accordo potrebbe far cadere le sanzioni USA sul petrolio iraniano, facendo tornare sul mercato più di un milione di barili al giorno, equivalenti ad oltre l’1% delle scorte globali.
Sul mercato petrolifero pesa anche il dato di ieri sull’inflazione USA, che ha alimentato le probabilità di aumenti aggressivi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che spingerebbero di conseguenza il dollaro.
Un biglietto verde più forte significa che le materie prime valutate in dollari, come il greggio, possono diventare più costose per i titolari di altre valute.
Il dato sugli impianti di trivellazione attivi di Baker Hughes, che ha raggiunto il massimo dall’aprile 2020 la scorsa settimana, ed il report sulle posizioni CFTC chiuderanno la settimana, per quanto riguarda il mercato del petrolio.