(Reuters) - I prezzi del petrolio sono in rialzo per la quarta seduta consecutiva, per via della debole produzione di scisto statunitense che alimenta ulteriori timori sul deficit di offerta causato dall'estensione dei tagli alla produzione da parte di Arabia Saudita e Russia.
Intorno alle 10,35, i futures sul Brent guadagnano 76 centesimi, o lo 0,80%, a 95,19 dollari al barile. I futures sul West Texas Intermediate statunitense avanzano di 1,35 dollari, o dell'1,48%, a 92,83 dollari.
I prezzi hanno guadagnato per tre settimane consecutive ed entrambi i benchmark si aggirano sui massimi di 10 mesi.
La produzione petrolifera statunitense delle principali regioni produttrici di scisto è destinata a scendere a 9,393 milioni di barili al giorno (bpd) nel mese di ottobre, il livello più basso dal maggio 2023, ha detto ieri la U.S. Energy Information Administration (Eia). Il calo si protrarrà per tre mesi consecutivi.
Queste stime arrivano dopo che questo mese l'Arabia Saudita e la Russia hanno esteso fino alla fine dell'anno un taglio combinato delle forniture di 1,3 milioni di bpd.
Il ministro dell'Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ieri ha difeso i tagli dell'Opec+ sull'offerta di petrolio, affermando che i mercati energetici internazionali hanno bisogno di una regolamentazione leggera per limitare la volatilità, ma ha anche messo in guardia dall'incertezza sulla domanda cinese, sulla crescita europea e sulle mosse delle banche centrali per affrontare l'inflazione.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)