LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio calano dell'1% dopo che i dati su import ed export in Cina hanno evidenziato un calo superiore al previsto in luglio, ulteriore segnale di una lenta ripresa post-Covid per il primo importatore di petrolio al mondo.
Intorno alle 10,50 i futures sul Brent cedono 1,13 dollari, o circa l'1,32%, a 84,41 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate è in calo di 1,02 dollari, pari a circa l'1,26%, a 80,91 dollari.
Le importazioni di petrolio della Cina si sono attestate a 10,29 milioni di barili al giorno (bpd) nel mese di luglio, secondo i dati pubblicati oggi. Si tratta di un calo del 18,8% rispetto a giugno, ma di un aumento del 17% rispetto a un anno prima.
Le importazioni complessive del Paese sono calate del 12,4% e le esportazioni del 14,5% rispetto a un anno prima, flessioni entrambe superiori alle attese.
Nonostante i dati negativi, alcuni analisti si sono detti ottimisti sulle prospettive della domanda di carburante in Cina per il periodo agosto-inizio ottobre.
Sul fronte dell'offerta, la scorsa settimana l'Arabia Saudita ha detto di voler estendere il taglio volontario della produzione di petrolio di 1 milione di barili al giorno (bpd) per un altro mese, includendo così settembre, lasciando aperta la possibilità di ulteriori tagli.
Anche la Russia ha detto che taglierà le consegne di petrolio di 300.000 bpd a settembre.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)