(Reuters) - I prezzi del petrolio restano stabili in un mercato che soppesai timori per la vacillante ripresa economica cinese e il rafforzamento del dollaro nell'ambito di un trend di sette settimane di rialzi in seguito alla stretta sull'offerta dell'Opec+.
Intorno alle 12,55 i futures sul Brent scivolano di 33 centesimi a 86,48 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense cede 37 centesimi a 82,82 dollari al barile.
Questa settimana il petrolio potrebbe entrare in una fase laterale poiché la lenta ripresa economica della Cina e il rafforzamento del dollaro statunitense potrebbero pesare sulle quotazioni. Tuttavia, l'Opec+ ha segnalato che farà tutto il necessario per restringere l'offerta e stabilizzare i mercati, ha affermato Tina Teng, analista di Cmc Markets.
All'inizio della seduta i prezzi sono calati di circa l'1%, con l'indice del dollaro statunitense che ha esteso i propri guadagni dopo che una crescita leggermente maggiore dei prezzi alla produzione Usa a luglio ha fatto salire i rendimenti del Treasury, nonostante le attese sulla fine del ciclo dei rialzi dei tassi da parte della Fed[FRX/]
Un dollaro più forte mette sotto pressione la domanda di petrolio, rendendo il prodotto più costoso per gli acquirenti che detengono altre valute.
Allo stesso tempo, i tagli all'offerta da parte dell'Arabia Saudita e della Russia, Paesi membri dell'Opec+, dovrebbero limitare le scorte di petrolio per il resto dell'anno, facendo potenzialmente salire ulteriormente i prezzi, come ha spiegato l'Agenzia Internazionale dell'Energia nel rapporto mensile di venerdì.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)