LONDRA - I prezzi del petrolio vacillano, per via di nuovi timori legati al calo della domanda in Stati Uniti e Cina e dei segnali contrastanti da parte della Federal Reserve, che mantengono i mercati incerti.
Intorno alle 10,50, i futures sul Brent per gennaio cedono 18 centesimi a 81,25 dollari al barile, dopo essere scesi prima di 1 dollaro, mentre i futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) per dicembre sono a 77,01 dollari, in ribasso di 16 centesimi.
La settimana scorsa l'Energy Information Administration (Eia) ha detto che quest'anno la produzione di greggio negli Stati Uniti aumenterà leggermente meno di quanto previsto in precedenza, mentre la domanda diminuirà.
L'anno prossimo, il consumo pro capite di benzina negli Stati Uniti potrebbe scendere al livello più basso degli ultimi venti anni.
I mercati sono cauti rispetto a una potenziale stretta della politica monetaria statunitense dopo che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha detto la scorsa settimana che potrebbe aumentare nuovamente i tassi di interesse se i progressi nel contenimento dell'inflazione dovessero arrestarsi.
Un discorso più 'hawkish' da parte della Fed "non è una prospettiva che il greggio accoglierà con favore, dato che i recenti dati in Cina e negli Stati Uniti hanno riportato in superficie i timori per la crescita", ha detto Tony Sycamore, analista di mercato presso IG.
I deboli dati economici della scorsa settimana provenienti dalla Cina, il più grande importatore di greggio al mondo, hanno aumentato i timori di una domanda in calo, con i raffinatori che hanno chiesto meno forniture all'Arabia Saudita, il primo esportatore al mondo, per dicembre.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Claudia Cristoferi)