LONDRA (Reuters) - Il petrolio cede i guadagni iniziali e si avvia verso il secondo calo settimanale, messo sotto pressione dalle preoccupazioni per l'indebolimento della domanda in Cina e per ulteriori aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense.
La Cina, che secondo fonti starebbe cercando di frenare le importazioni di greggio da alcuni esportatori, ha registrato un aumento dei casi di Covid-19, mentre le speranze di una moderazione degli aumenti aggressivi dei tassi statunitensi sono state intaccate dalle osservazioni di alcuni banchieri della Fed questa settimana.
Intorno alle 10,30 il Brent è in calo di 37 centesimi, o dello 0,41%, a 90,15 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) è in rialzo di 63 centesimi, o dello 0,77%, a 82,27 dollari.
Entrambi i benchmark si avviano verso la seconda perdita settimanale. Il Brent è indirizzato verso un calo di oltre il 6%, mentre il Wti verso un ribasso dell'8%.
I timori per la recessione hanno dominato questa settimana, pur con il divieto dell'Unione europea all'importazione di greggio russo che incombe il 5 dicembre e la riduzione dell'offerta da parte dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e dei suoi alleati, noti come Opec+.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Sabina Suzzi)