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Covid: dobbiamo temere una nuova ondata in inverno?

Pubblicato 11.09.2023, 07:00
Aggiornato 11.09.2023, 12:05
Covid: dobbiamo temere una nuova ondata in inverno?

Il Covid-19 torna a far parlare di sè, segno che l’epidemia non ha ancora detto l’ultima parola.

Alla fine di agosto, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha registrato un aumento della trasmissione di Covid-19 all’interno dell’Unione europea.

Tra i 21 Paesi analizzati, in 16 di essi è stato osservato un aumento dei casi, soprattutto tra le persone di età pari o superiore a 80 anni.

“Ci sono effettivamente stati segnali di un aumento della trasmissione in alcune parti d’Europa. Al 20 agosto 2023, il numero di casi di Covid-19 era aumentato dell’11% rispetto ai 28 giorni precedenti”, ha spiegato a Euronews il medico belga Hans Henri P. Klug, Direttore regionale per l’Europa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Il medico belga Hans Henri P. Klug, Direttore regionale OMS per l'Europa. Euronews

La conferma arriva anche da Quique Bassat, epidemiologo e ricercatore spagnolo dell'ISGlobal e dell'ICREA:"Negli ultimi mesi, durante l'estate, abbiamo assistito a un aumento della trasmissione del Covid-19 in diversi Paesi europei. Ad esempio, in Spagna abbiamo registrato un aumento significativo della trasmissione e un incremento dei ricoveri legati al Covid, attribuito all’emergere di nuove varianti, più contagiose delle precedenti".

Ancora nuove varianti?

L'epidemiologo aggiunge, inoltre, che "ogni settimana (o quasi, ndr), sembra comparire una nuova sottovariante, che appare più pericolosa e addirittura più contagiosa delle precedenti.Negli ultimi mesi abbiamo osservato l'emergere di varianti come come Eris-EG.5, preceduta da XBB.1.5, nota anche come variante Kraken. Attualmente, ci sono molte preoccupazioni sulla variante Pirola, BA.2.86".

L'epidemiologo Quique Bassat durante l'intervista. Euronews

Rischio di una nuova ondata per l'inverno?

Mentre l’estate volge al termine e le temperature iniziano a scendere, gli esperti attirano l’attenzione sulla possibilità di una nuova ondata di Covid-19, quest’inverno.Questa preoccupazione nasce dall’esperienza degli anni precedenti, in cui i virus respiratori tendevano a proliferare durante i mesi più freddi.

"Ciò che sappiamo dalla nostra esperienza passata negli inverni precedenti è che, ogni volta che arriva il freddo, emergono nuovi virus respiratori, compresi quelli tradizionali, come l'influenza e il virus respiratorio sinciziale nei bambini. Sono virus che generalmente si diffondono durante la stagione invernale", spiega Quique Bassat.

"Se a questi virus aggiungiamo il peso del Covid-19, il sistema sanitario viene messo a dura prova. E quando viene messo alla prova, soffre. Questo è ciò che tutti temiamo".

Per mitigare questo rischio, gli esperti sostengono di nuovo, fortemente, la vaccinazione contro il Covid e anche contro l’influenza, sottolineando l’importanza di mantenere le misure precauzionali.

"Il vaccino resta la protezione migliore"

"Dobbiamo essere preparati a un possibile aumento dei casi di Covid durante l'autunno e l'inverno, poiché è probabile che malattie come il Covid-19, l'influenza e altre infezioni respiratorie si diffondano", ha spiegato il dottor Klug, Direttore dell'OMS per l'Europa a Euronews.

“Incoraggiamo coloro che hanno diritto alla vaccinazione, inclusa la co-somministrazione di vaccini Covid-19 e antinfluenzali per i gruppi a rischio. La vaccinazione resta ancora il modo migliore per proteggersi, abbinata a buone pratiche di igiene personale”.

"È opportuno adottare un atteggiamento di cautela, usando il buon senso, senza cedere alle paranoie legate ai rischi del Covid-19. Penso che dovremmo perseverare nelle buone pratiche che abbiamo adottato negli ultimi 12 mesi, ovvero mantenere la nostra vigilanza e il monitoraggio costante dell'evoluzione della situazione", aggiunge il Direttore dell'OMS per l'Europa.

La mia raccomandazione è sempre la stessa: prudenza, prudenza e buon senso".
Quique Bassat Epidemiologo e ricercatore

La risposta dell’Ue

La Commissione europea ha dato il via libera all’**adattamento del vaccino Covid-19** di BionTech-Pfizer per colpire la nuova sottovariante XBB.1 (Pirola) del Coronavirus Omicron.

"Questo vaccino è ora autorizzato per adulti, bambini e persino neonati di età superiore ai 6 mesi... Questa decisione segna un passo cruciale nella lotta contro la malattia", ha affermato l'esecutivo dell'Unione europea, in un comunicato stampa ufficiale.

Si prevede che questo aggiornamento del vaccino, commercializzato come Comirnaty, “potrebbe potenziare la copertura immunitaria” contro le varianti attuali ed emergenti.

Ma l’impegno dell’Ue contro il Covid-19 non si ferma qui.“Il coordinamento e la collaborazione costituiscono la base di una forte Unione europea nel settore sanitario. Dall’inizio della pandemia, abbiamo collaborato con gli Stati membri fornendo orientamenti attraverso l’ECDC su come monitorare il Covid-19, sulla necessità di sequenziamento, sulla necessità di sorveglianza e sulle loro strategie di vaccinazione”, spiega Stélla Kyriakídou, Commissaria europea cipriota per la Salute e la Sicurezza Alimentare.

La Commissaria europea alla Salute. Euronews

Secondo Hans Henri P. Klug, Direttore regionale dell'OMS per l'Europa, "gli Stati membri dell'Ue devono urgentemente impegnarsi, nuovamente, e riaffermare il proprio impegno e i propri sforzi nella raccolta e nella condivisione di dati di sorveglianza, analisi epidemiologiche e virologiche affidabili e solide, andando anche oltre i nostri confini, alla ricerca di potenziali rischi emergenti altrove”.

L'impegno di ogni Paese

Nel tentativo di proteggersi da una possibile nuova ondata di pandemia, molti Paesi europei hanno adottato misure di protezione.Il Regno Unito, ad esempio, ha annunciato a fine agosto l’intenzione di anticipare all’11 settembre la data di avvio della campagna di vaccinazione contro il Covid. In Francia l’inizio della nuova campagna vaccinale contro il Covid-19, abbinata a quella anti-influenzale, come l’anno precedente, è previsto per il 17 ottobre.

Appello ai cittadini europei

Nella lotta al virus è impegnata anche la commissaria europea alla Salute, Stélla Kyriakídou, che lancia un appello ai cittadini europei:“Un’Unione europea forte significa che dobbiamo lavorare tutti insieme per affrontare una situazione seria di salute pubblica. Seguite i consigli del vostro medico sull'opportunità o meno di vaccinarvi. Se vi sentite male, restate a casa! Potrebbe non essere Covid-19. Potrebbe essere solo l'influenza. Ma dobbiamo proteggerci a vicenda durante l'autunno e l'inverno, le stagioni in cui il Covid è più pericoloso".

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