Investing.com - I prezzi dell’oro sono saliti sopra il livello dei 1.300 dollari questo mercoledì, dopo i dati sull’indice dei prezzi alla produzione saliti più del previsto ad aprile; intanto, gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi in Ucraina.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a giugno è salito dell’1% o di 12,90 dollari, a 1.307,70 dollari l’oncia troy nella mattinata degli scambi statunitensi.
I prezzi hanno toccato 1.309,10 dollari l’oncia troy. L’oro è sceso dello 0,08% o di 1 dollaro martedì, a 1.294,80 dollari l’oncia troy.
Supporto a 1.277,70 dollari l’oncia troy, il minimo dal 12 maggio, e resistenza a 1.315,00, massimo del 7 maggio.
Sul Comex l’argento con consegna a luglio è salito dell’1,9% o di 37,1 centesimi a 19,91 dollari l’oncia troy, il massimo dal 15 aprile.
Il dipartimento per il Commercio ha dichiarato che i prezzi al consumo negli USA sono saliti di un destagionalizzato 0,6% lo scorso mese, contro le previsioni di un aumento dello 0,2%, dopo essere salito dello 0,5% a marzo.
Su base annua l’indice dei prezzi alla produzione è salito ad un tasso annuo del 2,1% ad aprile contro le aspettative di un aumento dell’1,7% e contro l’aumento dell’1,4% nel mese precedente.
I prezzi alla produzione core sono saliti dello 0,5% lo scorso mese, contro le aspettative di un aumento dello 0,2% e dopo essere salito dello 0,6% a marzo.
L’indice dei prezzi core alla produzione è salito al tasso annuo dell’1,9% ad aprile, contro le aspettative di un aumento dell’1,4% e dopo aver segnato un aumento dell’1,4% nel mese precedente.
I prezzi core sono considerati dalla Federal Reserve come l’indicatore migliore nel lungo termine della pressione inflazionaria perché escludono le categorie volatili di alimenti ed energia.
Gli investitori sono rimasti cauti dopo che sette soldati ucraini sono rimasti uccisi e sette sono rimasti feriti in un agguato dei separatisti filorussi nell’Ucraina orientale; questo evento ha alimentato i timori che l’aggravarsi del conflitto richieda un intervento degli USA.
Il rame con consegna a luglio è salito dello 0,86% o di 2,7 centesimi, a 3,163 dollari la libbra, nella speculazione che la domanda dalla Cina, principale consumatore mondiale, possa aumentare nel breve termine.
La nazione asiatica è il principale consumatore di rame ed ha rappresentato il 40% del consumo mondiale lo scorso anno.