Di Gina Lee
Investing.com - Il greggio scende negli scambi asiatici di questo giovedì mattina, cancellando parte dei guadagni della seduta precedente nei timori di una domanda di carburante più debole.
I future del Brent scendono dello 0,66% a 41,94 dollari alle 23:42 ET (4:42 GMT) mentre i future del WTI vanno giù dello 0,82% a 39,83 dollari, dopo che entrambi i riferimenti hanno registrato impennate del 5% nella seduta precedente.
L’uragano Sally, il secondo a colpire il Golfo del Messico in meno di un mese, ha toccato terra ieri ed ha perso forza trasformandosi in una tempesta tropicale. Le compagnie energetiche stanno lentamente facendo tornare i dipendenti sulle piattaforme petrolifere offshore, ma quasi 500.000 barili al giorno della produzione della zona erano stati sospesi in vista dell’arrivo di Sally.
Intanto, la U.S. Energy Information Administration (EIA) ieri ha annunciato un calo di 4,389 milioni di barili nella settimana terminata l’11 settembre, sulla scia della riduzione di 9,517 milioni di barili riportata dall’American Petroleum Institute (API) il giorno prima.
L’EIA aveva registrato un aumento di 2,032 milioni di barili per la settimana precedente.
Ma alcuni investitori sono più preoccupati per l’aumento, riportato dall’EIA, di 3,461 milioni di barili delle scorte settimanali di prodotti raffinati, un dato di molto superiore alla stima di 600.000 barili ed al calo della settimana prima di 1,675 milioni di barili.
“La domanda di prodotti raffinati … è fonte di preoccupazione”, con le scorte schizzate al livello più alto per questo periodo dell’anno almeno dal 1991 ed i margini delle raffinerie USA per la produzione di prodotti raffinati al minimo di 10 anni, scrive in una nota l’analista delle materie prime della Commonwealth Bank Vivek Dhar.
“Si tratta di un forte disincentivo per le raffinerie per aumentare l’attività e segnala direttamente le pressioni della domanda su una serie di prodotti petroliferi”, si legge nella nota.
La commissione ministeriale congiunta di vigilanza dell’OPEC+ si incontrerà nel corso della giornata per valutare il mercato ed alcuni investitori si aspettano che non consigli ulteriori tagli della produzione oltre a quelli già in atto. L’OPEC+, a luglio, aveva concordato un taglio della produzione di 7,7 milioni di barili al giorno, circa l’8% della domanda globale, a partire da agosto e fino a dicembre. Paesi come l’Iraq hanno accettato di produrre al di sotto della propria quota all’inizio del mese al fine di compensare la sovrapproduzione dell’inizio dell’anno.