Versione originale di Robert Zach – traduzione a cura di Investing.com
Investing.com - L'incertezza prima delle elezioni statunitensi sembra essersi fatta sentire. Né la valuta né i mercati dei metalli preziosi stanno attualmente trovando una direzione chiara. Solo Wall Street conta su un clamoroso successo per i Democratici nelle elezioni presidenziali e sulle misure fiscali di sostegno all’economia. Il contraccolpo legato alle trattative per lo stimolo a Washington nelle ultime settimane ha fatto sì che il prezzo dell'oro abbia perso più del 3 per cento, ovvero 111,90 dollari. Dalla fine di settembre, l'oncia d'oro si è effettivamente ripresa. Ma ieri sono riprese le forti vendite e la sostenibilità della ripresa recentemente avviata appare discutibile.
In un recente studio, J.P. Morgan scrive che una "ondata blu" nelle prossime elezioni americane del 3 novembre potrebbe aumentare il prezzo dell'oro del 2-5 per cento a breve termine. Allo stesso tempo, questi gli analisti non credono che il metallo giallo possa trattenere a lungo i suoi guadagni. Piuttosto, si prevedono perdite per l’oro nel corso dell’anno prossimo, finora salito di oltre il 22% a causa del calo dei tassi d'interesse reali e della debolezza del dollaro in generale.
L'"onda blu" e i suoi effetti sul prezzo dell'oro
Storicamente, secondo gli analisti della principale banca statunitense, nonostante le significative differenze tra le ultime due amministrazioni statunitensi, sia in termini di stile che di obiettivi politici di Barack Obama e Donald Trump, non ci sono quasi differenze significative di performance nelle materie prime, compresi i metalli di base e l'oro, poiché nel lungo periodo i fattori strutturali fondamentali sono probabilmente più importanti dell'agenda politica.
Tuttavia, un cambiamento nell'agenda politica dovuto a un possibile cambio di governo che risolva l'attuale situazione di stallo a Washington potrebbe avere un impatto significativo sui prezzi a breve termine.
Per l'oro, una "onda blu" (il colore dei Democratici è il blu), che permetterebbe ai Democratici una maggioranza sia in Senato che alla Camera dei Rappresentanti, potrebbe portare ad un aumento iniziale del prezzo del 2-5 per cento, ha detto J.P. Morgan. Il motivo: i rendimenti potrebbero diminuire bruscamente e il dollaro USA si deprezzerebbe.
Mentre questo sarebbe in contrasto con le previsioni ribassiste degli analisti sui prezzi a medio termine dell'oro, "crediamo che il movimento di rally iniziale potrebbe rivelarsi di breve durata, poiché un'ondata democratica a novembre dovrebbe anche aprire la strada a un massiccio stimolo fiscale che migliorerebbe le prospettive di crescita a breve termine e porterebbe a rendimenti più elevati".
Gli strateghi dei tassi d'interesse delle banche d'investimento statunitensi ritengono che qualsiasi rischio immediato in risposta a una vittoria dei Democratici porterebbe a un abbassamento dei rendimenti del Tesoro, a una curva dei rendimenti più piatta e a una riduzione dei tassi di inflazione in pareggio.
"Un andamento dei rendimenti reali simile a quello del 2016, ma in direzione opposta, significa che, sulla base del nostro modello di fair-value basato sul rendimento reale, l'oro si apprezzerebbe di circa il 5% ai prezzi odierni", afferma lo studio.
Inoltre, gli strateghi valutari interni si aspettano che il dollaro si indebolisca di circa il 2,0% sulla scia del clamoroso successo elettorale dei Democratici. Lo sfondo è costituito dai probabili effetti delle innovazioni fiscali, normative e di politica commerciale.
Tuttavia, le aspettative allora accresciute di uno stimolo massiccio potrebbero invertire il calo iniziale dei rendimenti e le aspettative inflazionistiche e annullare l'aumento a breve termine del prezzo dell'oro. La positività da Covid 19 di Trump della scorsa settimana ha fornito alcuni spunti in questo senso, hanno scritto gli analisti.
Ad esempio, le possibilità di rielezione di Trump a fine settembre erano diminuite in modo significativo, per cui i rendimenti nominali dei titoli di Stato statunitensi a 10 anni sono aumentati di 12 punti base e anche i tassi d'interesse reali sui titoli di Stato statunitensi a 10 anni sono aumentati di 8 punti base. Il prezzo dell'oro ha registrato un forte aumento venerdì, dopo essere rimasto sostanzialmente invariato nel periodo in esame. Tuttavia, J.P. Morgan non si aspetta che questo comportamento inverso del prezzo dell'oro duri.
"In definitiva, anche se c'è un rischio al rialzo per le nostre previsioni di prezzo dell'oro al ribasso a medio termine a causa di una 'ondata blu', crediamo che la politica della Fed e le aspettative di inflazione saranno più rilevanti per i rendimenti a lungo termine, il che significa che ribadiamo le nostre aspettative di prezzo al ribasso a lungo termine, soprattutto perché il mercato si concentra sempre più sulle misure di stimolo", hanno detto i protagonisti responsabili dello studio.
Nel caso di un risultato elettorale controverso, dove Trump contesta i risultati delle elezioni, ad esempio, secondo J.P. Morgan il prezzo dell'oro aumenterà probabilmente tra il 2 e il 5 per cento.
Se tutto continua come prima e Trump vince le elezioni, il prezzo dell'oro sarebbe minacciato da perdite fino al 5% a causa di una possibile forza del dollaro.
Gli analisti di J.P. Morgan si aspettano che il prezzo dell'oro venga scambiato ad una media di 1.790 dollari per oncia troy nel secondo trimestre del 2021 per poi indebolirsi fino a 1.650 dollari nell'ultimo trimestre.
L'argento condizionato dal prezzo dell'oro
Per quanto riguarda gli altri metalli preziosi, si prevede che l'argento continuerà ad essere condizionato dall'oro. Tuttavia, il metallo potrebbe - soprattutto nel caso di un'elezione contestata - rimanere indietro rispetto all'oro, poiché gli investitori potrebbero inizialmente preferire fuggire in paradisi puri e sicuri come l'oro.
"Ad esempio, non abbiamo visto un aumento significativamente sovradimensionato del prezzo dell'argento venerdì come risultato della diagnosi di Trump, anche se l'argento ha seguito in gran parte il prezzo dell'oro inizialmente più alto", scrive JP Morgan (NYSE:JPM).
Lo slancio molto più interessante dell'onda blu per l'argento probabilmente non si concretizzerà fino al 2021, quando si deciderà di spendere una significativa quantità di energia pulita per gli stimoli legati all'energia.
"Tuttavia, come abbiamo affermato nel nostro ultimo Precious Metals Quarterly, riteniamo possibile che la domanda di celle solari stimolata dall'espansione dei sistemi fotovoltaici isolerebbe solo moderatamente l'argento da perdite più ampie nei metalli preziosi", ha detto, "Dopo tutto, sia il dollaro statunitense che i rendimenti rimarranno probabilmente i catalizzatori primari dei prezzi dei metalli preziosi.
L'aspettativa di ulteriori misure di sostegno avrebbe un ruolo decisivo anche per i prezzi dei metalli di platino. Mentre il platino e il palladio, in particolare, potrebbero inizialmente essere spinti verso il basso da un contesto di riduzione del rischio, è probabile che le aspettative di una continua ripresa del mercato automobilistico grazie alle misure di stimolo aumentino.
"Come abbiamo scritto di recente, la produzione automobilistica globale continua ad aumentare, sostenuta da un ulteriore sostegno fiscale. In combinazione con i livelli di produzione ancora problematici in Sudafrica, questo potrebbe solo aumentare le nostre prospettive rialziste a breve termine per i metalli di platino", hanno detto gli esperti.
Gli altri metalli trarrebbero vantaggio dalla vittoria dei Democratici
Per i metalli di base come l'alluminio, il rame, il nichel e lo zinco, è probabile che un'onda blu porti ad un movimento dei prezzi in direzione opposta a quella dell'oro. Tuttavia, qualsiasi movimento iniziale di riflesso verso il basso sarà probabilmente rapidamente invertito dalle maggiori aspettative di misure di supporto orientate alle infrastrutture e ad alta intensità di metallo.
"Riteniamo quindi che un rally nella fascia del 5-7 per cento sia possibile, dato che l'attenzione si sposta sulla spesa per le infrastrutture statunitensi, con il rame che probabilmente supererà il resto del settore".
J.P. Morgan vede il prezzo del rame raggiungere il picco di 7.000 dollari a tonnellata nel secondo trimestre del 2021, per poi scendere a una media di 6.000 dollari a tonnellata nell'ultimo trimestre del 2021.
Per l'alluminio, nello stesso periodo è in via di definizione un obiettivo di prezzo di 1.850 dollari a tonnellata (2° trimestre 21) e 1.730 dollari a tonnellata (4° trimestre 21).