Investing.com - I futures dell’oro restano in range stretto stamane, dopo la forte impennata di ieri; gli investitori vanno coi piedi di piombo tra i timori sulla crisi del debito spagnolo e l’attesa per i dati USA previsti in giornata.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad agosto a 1.564,45 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in calo dello 0,08%.
Il contratto di agosto è stato scambiato in un range tra 1.565,45 dollari l’oncia troy, il massimo giornaliero ed il minimo della sessione di 1.560,75.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a 1.532,55 dollari l’oncia troy, il minimo del giorno precedente e resistenza a 1.585,65, il massimo dal 28 maggio.
I futures dell’oro hanno segnato +1%, interrompendo il trend al ribasso delle materie prime, con i traders che hanno avvistato un forte interesse verso gli acquisiti tecnici, dopo che i prezzi non hanno rotto la soglia di resistenza di 1.530 dollari l’oncia troy.
Si è trattato della terza volta nelle ultime dieci sessioni che il mercato non è riuscito a rompere la soglia del 1.530 dollari, spingendo quegli investitori riluttanti verso un ulteriore cale dei prezzi.
L’oro è salito nonostante il crollo dell’euro al di sotto del livello dell’1,2400 di ieri, segnando un nuovo minimo di 2 anni contro il biglietto verde. L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito al più alto livello dal settembre 2010.
La moneta unica è andata sotto pressione per via dei timori per la Spagna, dove l’aumento del rendimento dei titoli, i costi crescenti per sostenere le banche e la recessione economia hanno acceso le preoccupazioni che l’aumento dei costi per i salvataggio alle banche possa costringere Madrid a chiedere un salvataggio internazionale.
Il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni è salito ieri al 6,7%, avvicinandosi alla soglia critica del 7%, che ha preceduto i salvataggi in Grecia Irlanda e Portogallo. Gli omologhi italiani sono saliti al 5,98%.
Intanto riemergono i timori in Grecia dopo i risultati di un sondaggio che mostrano che il partito Syriza anti salvataggio è in testa per le elezioni del 17 giugno, alimentando così i timori che il paese non adempierà agli obblighi dell’accordo di salvataggio e sarà costretto a lasciare la zona euro.
L’oro ha perso l’appeal di bene rifugio, contro dollaro, bond del Tesoro e Bund Tedeschi, poiché un dollaro più forte rende il metallo prezioso meno attraente per i titolari di altre valute.
Il sentimento dei mercati azionari e delle materie prime è stato colpito nelle ultime settimane dai timori di un’eventuale uscita della Grecia dalla zona euro, e dalla paura che la Spagna sarà il prossimo paese a dover chiedere un salvataggio internazionale.
In questo mese l’oro è sceso del 6%, segnando il quarto calo mensile consecutivo, la serie più lunga da gennaio 2000.
I traders dell’oro attendono i dati preliminari sul PIL USA, al fine di valutare la forza della ripresa economica statunitense.
Gli occhi sono puntati anche verso i dati sull’occupazione USA che saranno rilasciati venerdì. Ci si aspetta che il report sull’occupazione non agricola mostri un aumento di 150.000 posti di lavoro a maggio nella principale economia mondiale.
I traders dell’oro attendono i dati USA del secondo trimestre per avere degli indizi sull’andamento della politica monetaria, vale a dire un eventuale allentamento dalla Fed, che potrebbe potenzialmente colpire il dollaro e spingere l’oro.
Sul Comex, l’argento con consegna a luglio ha segnato un calo dello 0,35% a 27,88 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a luglio ha segnato -0,1% a 3,387 dollari la libbra.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad agosto a 1.564,45 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in calo dello 0,08%.
Il contratto di agosto è stato scambiato in un range tra 1.565,45 dollari l’oncia troy, il massimo giornaliero ed il minimo della sessione di 1.560,75.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a 1.532,55 dollari l’oncia troy, il minimo del giorno precedente e resistenza a 1.585,65, il massimo dal 28 maggio.
I futures dell’oro hanno segnato +1%, interrompendo il trend al ribasso delle materie prime, con i traders che hanno avvistato un forte interesse verso gli acquisiti tecnici, dopo che i prezzi non hanno rotto la soglia di resistenza di 1.530 dollari l’oncia troy.
Si è trattato della terza volta nelle ultime dieci sessioni che il mercato non è riuscito a rompere la soglia del 1.530 dollari, spingendo quegli investitori riluttanti verso un ulteriore cale dei prezzi.
L’oro è salito nonostante il crollo dell’euro al di sotto del livello dell’1,2400 di ieri, segnando un nuovo minimo di 2 anni contro il biglietto verde. L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito al più alto livello dal settembre 2010.
La moneta unica è andata sotto pressione per via dei timori per la Spagna, dove l’aumento del rendimento dei titoli, i costi crescenti per sostenere le banche e la recessione economia hanno acceso le preoccupazioni che l’aumento dei costi per i salvataggio alle banche possa costringere Madrid a chiedere un salvataggio internazionale.
Il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni è salito ieri al 6,7%, avvicinandosi alla soglia critica del 7%, che ha preceduto i salvataggi in Grecia Irlanda e Portogallo. Gli omologhi italiani sono saliti al 5,98%.
Intanto riemergono i timori in Grecia dopo i risultati di un sondaggio che mostrano che il partito Syriza anti salvataggio è in testa per le elezioni del 17 giugno, alimentando così i timori che il paese non adempierà agli obblighi dell’accordo di salvataggio e sarà costretto a lasciare la zona euro.
L’oro ha perso l’appeal di bene rifugio, contro dollaro, bond del Tesoro e Bund Tedeschi, poiché un dollaro più forte rende il metallo prezioso meno attraente per i titolari di altre valute.
Il sentimento dei mercati azionari e delle materie prime è stato colpito nelle ultime settimane dai timori di un’eventuale uscita della Grecia dalla zona euro, e dalla paura che la Spagna sarà il prossimo paese a dover chiedere un salvataggio internazionale.
In questo mese l’oro è sceso del 6%, segnando il quarto calo mensile consecutivo, la serie più lunga da gennaio 2000.
I traders dell’oro attendono i dati preliminari sul PIL USA, al fine di valutare la forza della ripresa economica statunitense.
Gli occhi sono puntati anche verso i dati sull’occupazione USA che saranno rilasciati venerdì. Ci si aspetta che il report sull’occupazione non agricola mostri un aumento di 150.000 posti di lavoro a maggio nella principale economia mondiale.
I traders dell’oro attendono i dati USA del secondo trimestre per avere degli indizi sull’andamento della politica monetaria, vale a dire un eventuale allentamento dalla Fed, che potrebbe potenzialmente colpire il dollaro e spingere l’oro.
Sul Comex, l’argento con consegna a luglio ha segnato un calo dello 0,35% a 27,88 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a luglio ha segnato -0,1% a 3,387 dollari la libbra.