Di Ambar Warrick
Investing.com - I prezzi del petrolio si sono stabilizzati mercoledì dopo un inizio debole del 2023 tra i crescenti timori di una recessione incombente, con i mercati che ora attendono ulteriori spunti sulla politica monetaria statunitense dai verbali della riunione della Federal Reserve di dicembre.
I mercati del greggio hanno subito un doppio colpo nella prima sessione di trading dell’anno dopo che il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito di una potenziale recessione globale nel 2023, mentre l’incertezza sull’aumento dei casi di COVID-19 in Cina ha messo in dubbio la ripresa della domanda di petrolio.
I future Brent sono rimasti invariati intorno agli 82,31 dollari al barile, mentre i future West Texas Intermediate si sono stabilizzati a 77,0 dollari al barile alle 03:21 CET. Entrambi i contratti sono crollati di oltre il 4% ciascuno martedì.
Anche la forte ripresa del dollaro ha pesato sui prezzi del greggio, con l’indice del dollaro che è salito di oltre l’1% martedì, in attesa della pubblicazione dei verbali del vertice della Fed di dicembre, prevista per mercoledì.
Una serie di dati rilasciati di recente suggeriscono che l’inflazione nel paese ha probabilmente raggiunto il suo picco, il che renderebbe necessario un tono meno aggressivo da parte della banca centrale.
Questa settimana sono attesi diversi dati che potrebbero dare maggiori indicazioni sull’economia del maggiore consumatore di petrolio al mondo. In agenda per oggi i dati sull’attività del settore manifatturiero, mentre per domani si attendono i dati sull’ occupazione non agricola.
In Cina crescono le preoccupazioni per una ripresa economica ritardata dopo che il Presidente Xi Jinping ha assunto un tono più cauto del previsto durante il suo discorso di Capodanno. Il Paese è alle prese con un’impennata senza precedenti di casi di COVID-19 dopo aver allentato diverse restrizioni a dicembre.
Gli analisti hanno avvertito che l’aumento delle infezioni nel Paese probabilmente ritarderà la riapertura dell’economia e potrebbe potenzialmente danneggiare ulteriormente l’economia cinese nel breve termine. Il Paese è il più grande importatore di petrolio al mondo e ha visto un drastico calo della domanda a causa delle interruzioni provocate dalla pandemia di COVID-19.