Investing.com - Il greggio segna una forte ripresa in Asia questo lunedì, in attesa del vertice tra OPEC e paesi alleati che si terrà questo mese nel quale si discuterà dei tagli alla produzione.
Il contratto del greggio West Texas Intermediate con consegna ad agosto è in salita dello 0,23% a 44,33 dollari al barile. Il greggio Brent con consegna a settembre sull’ICE Futures Exchange di Londra sale dello 0,24% a 46,82 dollari al barile.
Questa settimana, l’attenzione dei trader sarà rivolta ai dati dell’American Petroleum Institute e del governo sulle scorte USA.
I riflettori saranno puntati inoltre sul report mensili dell’Agenzia Internazionale dell’Energia e dell’OPEC che forniranno indicazioni sui livelli globali della domanda e dell’offerta.
I dati rilasciati lunedì hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo cinese è salito dell’1,5% su base annua a giugno, in linea con le aspettative. L’indice dei prezzi alla produzione è salito del 5,5%.
In Giappone i dati hanno mostrato un surplus del surplus di 1,654 trilioni di yen, contro la previsioni di 1,796 trilioni di yen, mentre gli ordinativi di macchinari core sono scesi del 3,6% su base annua a maggio, contro le attese di un aumento del 7,7%. Il cambio USD/JPY è in salita dello 0,06% a 113,98.
Questa settimana gli investitori si concentreranno sulla testimonianza della Presidente della Fed Janet Yellen, che riferirà sulla politica monetaria davanti al Congresso, e sui dati commerciali cinesi di giovedì.
I future del greggio hanno chiuso in calo lo scorso venerdì, segnando il quinto calo settimanale delle ultime sette settimane; pesano i timori sull’eccesso di scorte globali.
Sulla settimana il greggio di New York ha visto un calo di 1,81 dollari o del 3,9%, mentre il greggio Brent di Londra ha visto un calo di 2,06 dollari o del 4,2%.
Secondo Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti la scorsa settimana è salito di {{ecl-1652||7 unità, a 763}, il massimo dall’aprile 2015.
Il dato fa seguito al report del governo USA che ha mostrato un aumento della produzione USA di 88.000 barili al giorno, a 9,34 milioni di barili alla fine della scorsa settimana.
A maggio l’OPEC e altri produttori tra cui la Russia hanno accettato di continuare a ridurre la produzione di circa 1,8 milioni di barili al giorno fino a marzo 2018.
Finora i tagli implementati hanno influito poco sui livelli delle scorte, per via di un aumento della produzione di petrolio di scisto negli USA e per l’aumento della produzione nei paesi esenti, Libia e Nigeria.
I ministri del petrolio di cinque paesi aderenti che monitorano l’accordo più Arabia Saudita si incontreranno in Russia il 24 luglio per discutere l’accordo ed eventualmente rivederlo.
Si potrebbe parlare di un eventuale limite alla produzione libica e nigeriana, ma ci si aspetta già una forte resistenza da questi due paesi.