Di Ambar Warrick
Investing.com - I prezzi del petrolio sono saliti venerdì dopo una serie di sedute difficili, ma sono destinati a chiudere la settimana in ribasso a causa del tono aggressivo della Federal Reserve e dell’aumento dei casi di COVID-19 in Cina, che hanno alimentato le preoccupazioni per il rallentamento della domanda globale.
I mercati del greggio sono crollati giovedì dopo i commenti del presidente della Fed di St. Louis James Bullard, che ha suggerito che la banca intende aumentare i tassi di interesse di almeno altri 150 punti base, citando un impatto limitato sull’inflazione dai recenti aumenti. Questo ha fatto aumentare i timori che la crescita economica degli Stati Uniti rallenti drasticamente nei prossimi trimestri, per via dei livelli elevati di inflazione e dei tassi di interesse.
Il greggio Brent di Londra è salito dello 0,7%, mentre il greggio West Texas Intermediate è salito dell’1% alle 06:29 CET. Entrambi i contratti sono crollati rispettivamente del 3,1% e del 4,1% giovedì e si avviano a chiudere la settimana in ribasso del 6% e del 7%.
Sui prezzi del petrolio pesa la notizia dell’aumento dei casi di COVID-19 in Cina, che ha sollevato la prospettiva di ulteriori lockdown nel paese.
Il più grande importatore di petrolio al mondo è alle prese con la peggiore epidemia degli ultimi sette mesi e si prevede un’ulteriore stretta sull’attività economica per prevenire la diffusione dei contagi.
L’aumento dei casi in Cina ha cancellato le speranze di una revisione della rigida politica zero-COVID nel breve termine.
Il rallentamento della domanda di greggio in Cina e l’aumento dei tassi di interesse sono stati i due maggiori fattori che hanno pesato sui prezzi del greggio quest’anno, trascinandoli ben al di sotto dei massimi di 14 anni toccati ad aprile.
Queste preoccupazioni hanno decisamente compensato i segnali di riduzione dell’offerta di greggio questa settimana. I dati pubblicati mercoledì hanno mostrato che le scorte di greggio USA sono scese molto più del previsto nella settimana precedente, nonostante il rilascio di oltre 4 milioni di barili dalla Strategic Petroleum Reserve.
Questa settimana è entrato in vigore anche il taglio delle forniture annunciato dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e dai suoi alleati.
Anche i divieti occidentali sulle esportazioni di petrolio russo, che dovrebbero entrare in vigore entro la fine dell’anno, potrebbero sostenere i mercati del greggio, riducendo ulteriormente l’offerta.