Di Gina Lee
Investing.com – Il petrolio è in salita nella mattinata asiatica di questo venerdì, mentre le sanzioni fanno effetto sulle banche russe e i evitano di acquistare greggio russo dopo l’invasione dell’Ucraina.
I future Brent salgono dell’1,51% a 112,13 dollari alle 5:15 AM CET, mentre i future WTI schizzano dell’1,9% a 109,72 dollari, dopo aver toccato il massimo di 112,84 dollari.
Sul fronte del conflitto in Ucraina, l’ultima notizia è l’attacco alla centrale di Zaporizhzhia a Enerhodar, in Ucraina. La Russia ha preso il controllo di un’altra centrale nucleare, quella di Chernobyl, 100 km a nord della capitale Kiev.
L’Occidente ha imposto sanzioni alla Russia dopo l’invasione del suo vicino il 24 febbraio, e i timori che si possano interrompere le forniture di petrolio dalla Russia hanno contribuito all’aumento dei prezzi del petrolio. L’attività di trading per il greggio russo sembra già congelata, con i trader esitanti a causa delle sanzioni. La Russia è il più grande esportatore mondiale di greggio e di prodotti petroliferi.
Sebbene i prezzi siano oscillati ieri in un range di 10 dollari, sono scesi per la primo volta in quattro sedute mentre gli investitori si concentrano sulla ripresa sui dialoghi sul nucleare con l’Iran che potrebbero spingere le esportazioni iraniane.
L’oro nero si avvia a chiudere il maggiore aumento settimanale da metà 2020, con i future WTI in salita di oltre il 22% e i Brent del 16% dopo aver toccato il massimo degli ultimi 10 anni questa settimana.