ROMA (Reuters) - L'autonomia differenziata per alcune Regioni italiane, fortemente sostenuta dalla Lega, arriva oggi in Consiglio dei ministri, ma trova per il momento tiepido il M5s.
A Palazzo Chigi oggi verranno illustrate le "intese concernenti l'autonomia differenziata ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione", dice un comunicato del governo.
Dal ministero degli Affari regionali, guidato dalla leghista Erika Stefani, fanno sapere che sono pronti tre testi, concordati con Veneto e Lombardia (le due Regioni dove nel 2017 si è votato il referendum consultivo sull'autonomia) e con l'Emilia-Romagna.
Veneto e Lombardia, entrambe guidate dalla Lega, vogliono maggiore autonomia su tutte le 23 materie contemplate dalla Costituzione (nell'articolo 117, e non 116, come riporta il comunicato del governo): tre di competenza esclusiva dello Stato (giustizia di pace, istruzione e tutela dell'ambiente e dei beni culturali) e 20 cosiddetti concorrenti (tra cui il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario). L'Emilia-Romagna ha chiesto invece la "devolution" su 15 materie.
L'ipotesi di Stefani è quella di tradurre i testi in legge rafforzata, che deve essere approvata dal Parlamento a maggioranza assoluta e poi ratificata dalla firma del premier e dei presidenti di Regione.
Secondo un importante esponente leghista di governo che vuole restare anonimo, però, l'attivismo della ministra Stefani si sta scontrando con le resistenze del M5s.
Il percorso per la concessione dell'autonomia a Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna va a rilento, dice il leghista, perché "i 5 Stelle non stanno rispondendo. Stefani sta facendo il giro dei ministeri per sottoporre le richieste delle Regioni, che sono molto diversificate tra loro e ci sono alcuni ministeri più veloci e altri meno".
In particolare, secondo la fonte, non stanno rispondendo il ministro dei Trasporti e Infrastrutture Danilo Toninelli e quella della salute Giulia Grillo, con i quali "è un disastro".
"La Lega vorrebbe per le regioni autonomia anche finanziaria. L'ipotesi di Stefani è che le Regioni avanzano le richieste che vengono sottoposte ai ministeri, si fa un confronto fra ministeri e Regioni e poi si valuta cosa concedere anche dal punto di vista delle risorse. Il ministro Stefani ha già pronto il decreto, se Grillo e Toninelli si decidono si fa alla velocità della luce", conclude la fonte.
Parlando con Reuters, il portavoce del ministro per i Rapporti col Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha smentito che ci siano resistenze da parte del M5s. "Quella in Cdm è solo una prima esposizione, da parte del Movimento non ci sono problemi".