Di Alessandro Albano
Investing.com - E' una dis-Unione Europa quella che nel vertice dei ministri dell'energia di martedì non è riuscita a trovare l'accordo sul tetto dei prezzi del gas nonostante i mesi di trattative sul progetto comunitario.
Dopo otto ore di trattative, i funzionari hanno riferito che sono stati compiuti "moderati progressi" con ulteriori divisioni sul prezzo da impostare per l'attivazione del meccanismo di 'salvaguardia' di mercato.
A fare da palo sono Paesi come Germania, Olanda e Ungheria, i quali temono dello stop definitivo del gas russo e degli effetti sulle rispettive economie, fortemente dipendenti dal combustibile fossile proveniente da Mosca.
La proposta della Commissione Europea verrà ora discussa il prossimo 19 dicembre, cioè durante l'ultimo Consiglio ue dei ministri dell'Energia per il 2022, ma sarà anche sul tavolo del vertice dei capi di Stato e di governo Ue nel meeting di domani giovedì 15 dicembre.
"Abbiamo fatto progressi, ma non abbiamo ancora finito. Non tutte le domande hanno trovato risposta oggi", ha detto il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck dopo la riunione, a cui si sono aggiunte le parole del ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjártó: "Manca ancora un accordo definitivo sui dettagli al price cap al gas".
La divisione europa, tuttavia, rischia di far deragliare la riposta comunitaria alla crisi energetica. La premier Meloni, intervenendo alla Camera martedì, ha affermato che l'Italia procederà da sola e "a livello nazionale" se la risposta comunitaria "dovesse tardare o rivelarsi inefficace".
Parole confermate oggi in Senato dopo il nulla di fatto del consiglio Ue, con il primo ministro che ha ribadito che il vertice non ha portato ancora "novità sostanziali e apprezzabili, la trattativa è in corso".
Sulla Borsa di Amsterdam, intanto, i prezzi del TTF per la consegna di gennaio sono in calo del 6,2% ad euro 129 per MWh, anche grazie a previsioni meteo più miti rispetto alle medie stagionali che implicano una minor domanda di energia.