Investing.com - L’oro si stacca dal minimo di sei settimane segnato nella seduta precedente questo giovedì, dal momento che i traders stanno rivalutando le aspettative sulla tempistica del primo aumento dei tassi USA dopo la pubblicazione dei verbali che hanno mostrato una posizione cauta della Fed.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad aprile subiscono un’impennata di 13,50 dollari, o dell’1,12%, a 1.213,60 dollari l’oncia troy negli scambi europei del mattino.
Ieri l’oro è sceso a 1.197,20 dollari, il minimo dal 5 gennaio, prima di attestarsi a 1.200,20 dollari, con un calo di 8,40 dollari, o dello 0,7%.
I futures troveranno supporto a 1.177,80 dollari, il minimo dal 5 gennaio, e resistenza a 1.236,70 dollari, il massimo dal 17 febbraio.
I verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria della Federal Reserve hanno mostrato che “molti” policymaker vorrebbero mantenere i tassi al livello attuale per un periodo più lungo e ritengono che un aumento troppo affrettato dei tassi di interesse potrebbe pesare sulla ripresa economica.
I verbali hanno spinto gli investitori a rimandare le aspettative di un aumento dei tassi almeno alla seconda metà dell’anno.
L’oro beneficerebbe di un eventuale rallentamento dell’aumento dei tassi di interesse, dal momento che si ridurrebbero i costi di gestione del metallo, che non offre agli investitori un ritorno assicurato.
Il dollaro è andato sotto forte pressione alla vendita per via della possibilità che la Fed possa mantenere la sua politica monetaria allentata per un periodo più lungo.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,05% a 94,09.
L’indebolimento del dollaro in genere favorisce l’oro, dal momento che aumenta l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più economiche per i titolari di altre valute.
Intanto, i timori per la crisi del debito greco continuano a restare al centro dell’attenzione. Atene oggi dovrebbe richiedere un prolungamento dell'attuale programma di prestiti con la zona euro, che sarà differente dal piano di salvataggio.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo subiscono un’impennata di 31,3 centesimi, o dell’1,92%, a 16,57 dollari l’oncia troy. Ieri, l’argento è sceso di 11,3 centesimi, o dello 0,69%, chiudendo a 16,26 dollari.
Intanto, il rame con consegna a marzo scende di 1,4 centesimi, o dello 0,53%, a 2,601 dollari la libbra negli scambi ridotti per via della festività in Cina.
I mercati in Cina, il principale consumatore mondiale di rame, saranno infatti chiusi fino al 24 febbraio per la festività del Capodanno Cinese, riducendo il supporto per il prezzo.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.