WASHINGTON (Reuters) - L'economia americana ha perso posti di lavoro a marzo, interrompendo bruscamente la crescita record dell'occupazione durata 113 mesi consecutivi, a causa delle rigide misure introdotte per limitare la pandemia di coronavirus che hanno portato al blocco delle imprese e delle fabbriche. Il dato di marzo conferma che il Paese è vicino alla recessione.
Il Dipartimento del Lavoro ha dichiarato che sono stati andati persi 701.000 posti di lavoro il mese scorso dopo aver aggiunto 275.000 posti al dato rivisto di febbraio. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,4% dal 3,5%.
Secondo un sondaggio Reuters, il mese scorso si prevedeva un calo dei dipendenti delle aziende non agricole di 100.000 posti di lavoro, dopo una serie record di crescita dell'occupazione ininterrotta dall'ottobre 2010. La disoccupazione era attesa in crescita al 3,8%.
I dati pubblicati oggi sono tutt'altro che un'accurata rappresentazione degli enormi danni economici causati dall'epidemia. L'indagine risale a metà marzo, prima che gran parte della popolazione fosse sottoposta a una qualche forma di isolamento, portando alla perdita di milioni di posti di lavoro.
Con le richieste di sussidi di disoccupazione, l'indicatore più preciso della salute del mercato del lavoro, che ha toccato cifre record nelle ultime due settimane e con la maggior parte degli americani ora in regime di lockdown, Oxford Economics prevede un crollo dell'occupazione di almeno 20 milioni di posti di lavoro in aprile, superando il record di 800.000 posti persi nel marzo 2009.
"L'indagine di aprile dovrebbe riflettere meglio la gravità della recessione, anche se è difficile definire le cifre esatte", commenta Michelle Meyer, economista per il mercato Usa presso la Bank of America Securities a New York. "Le aziende che hanno chiuso non risponderanno al sondaggio."