Il principale regolatore finanziario del Giappone, l'Agenzia per i servizi finanziari (FSA), ha deciso di occuparsi della normativa sulle criptovalute proponendo di modificare il regime fiscale relativo agli asset digitali.Secondo quanto riportato dai media locali, la FSA avrebbe presentato la richiesta il 31 agosto. Il principale suggerimento contenuto nel documento di 16 pagine consiste nel tentativo di esentare le imprese nazionali dall'imposta sui "profitti non realizzati" di fine anno sulle criptovalute. In alcune legislazioni nazionali, le persone giuridiche devono pagare le tasse solo dopo che i crypto asset sono stati convertiti in valuta fiat, ma in Giappone vengono tassati regolarmente su base annua.L'emendamento proposto dalla FSA potrebbe essere accettato, poiché l'agenzia afferma che il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria lo ha già sostenuto.Come spiega la FSA nel suo comunicato, la riforma "migliorerà l'ambiente per la promozione del Web3 e promuoverà le startup commerciali che fanno uso della tecnologia blockchain".I sostenitori della crypto industria in Giappone richiedono da tempo una revisione del regime fiscale nazionale sugli asset digitali. A fine luglio, la Japan Blockchain Association (JBA), un ente non governativo, ha invitato il governo giapponese ad apportare tre importanti modifiche alla normativa in materia di crypto.La prima consiste nell'eliminare l'imposta sui profitti non realizzati di fine anno per le società che detengono criptovalute. Gli altri due includono il passaggio dalla tassazione dei profitti derivanti dalla compravendita di criptovalute a livello personale alla tassazione separata con un'aliquota uniforme del 20% e l'eliminazione dell'imposta sul reddito sui profitti generati ogni volta che un individuo scambia criptovalute.
Traduzione a cura di Walter Rizzo