di Giuseppe Fonte e Gavin Jones
ROMA (Reuters) - Il governo ha deciso di sbloccare 1,5 miliardi di risparmi ottenuti nel 2019 su quota 100 e reddito di cittadinanza, revocando il vincolo concordato con Bruxelles dal precedente esecutivo Lega-M5s. L'iniziativa comporterà un deficit maggiore per quest'anno, ma non per il 2020.
La decisione è stata assunta dal Consiglio dei ministri di ieri sera, confermando quanto in precedenza riferito a Reuters da tre fonti.
In sostanza, viene sbloccato l'utilizzo di parte delle somme stanziate - ma non usate perché le richieste sono state inferiori alle attese - per andare in pensione anticipata con quota 100 e ottenere il reddito di cittadinanza per i disoccupati indigenti.
La maggior parte dei fondi verrà stanziato per il ministero dell'Economia.
Movimento 5 stelle e Lega si erano accordati a luglio per congelare i fondi come parte di un patto per convincere Bruxelles ad approvare il bilancio per il 2019 ed evitare un'azione disciplinare contro l'Italia.
L'accordo prevedeva che Roma riducesse il deficit/Pil al 2,04%, migliorandolo rispetto al 2,2% del 2018.
La nuova coalizione M5s-Pd ha fissato nella Nadef un obiettivo di deficit al 2,2% per il prossimo anno, come atteso, ma molti analisti sono rimasti sorpresi dall'annuncio che quello per quest'anno aumenterà dal 2,04% al 2,2%.
Roma quindi non centrerà il target concordato con la Commissione europea, ma si impegna a una invarianza di deficit che per il terzo anno consecutivo, anche nel 2020, resterà al 2,2%.
Resta da capire quale sarà la reazione di Bruxelles, che deve ancora approvare i piani di bilancio italiani. Il nuovo governo è ampiamente considerato più filoeuropeo del precedente, il che ha contribuito a migliorare i rapporti con la Commissione.
Una fonte che ha chiesto di restare anonima ha detto a Reuters che la revisione al rialzo per quest'anno è dovuta a un rallentamento della crescita, e a introiti da cessioni immobiliari inferiori al previsto.
Tuttavia, se il congelamento della spesa fosse stato mantenuto il disavanzo sarebbe rimasto molto più vicino all'obiettivo concordato con Bruxelles.
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha detto a Reuters che l'aumento del deficit del 2019 è giustificato perché il disavanzo strutturale scenderà dello 0,3% del Pil.
Il deficit strutturale, al netto del ciclo e indicatore attentamente guardato da Bruxelles, salirà però nel 2020 a 1,4% da 1,2%.