di Francesca Piscioneri
ROMA (Reuters) - Il Consiglio dei ministri di domani varerà un decreto che cancella i voucher, i contestati buoni per il lavoro occasionale, nel tentativo di disinnescare la mina del referendum Cgil del 28 maggio.
Lo riferiscono fonti vicine al dossier precisando che potrebbe cadere anche la norma sugli appalti, materia del secondo referendum, sebbene su questo punto manchi ancora un accordo per l'opposizione del mondo industriale.
Con questo intervento l'esecutivo preferisce agire in modo radicale per non rischiare - in caso di raggiungimento del quorum - una nuova bruciante sconfitta referendaria dopo quella che ha costretto alle dimissioni dell'ex premier Matteo Renzi a dicembre.
Il sindacato di Susanna Camusso ha raccolto le firme per la cancellazione dei voucher dopo il boom registrato negli anni recenti (+64% medio tra 2011 e 2015) che lasciava intendere un abuso da parte delle aziende.
I voucher sono buoni da 10 euro l'uno (7,5 netti) che imprese e famiglie possono utilizzare per occupazioni occasionali fino a un massimo di 7.000 euro annui per lavoratore.
Per evitare la consultazione, il governo deve cambiare la norma in maniera coerente con il quesito referendario, e ottenere la luce verde della Consulta.
La cancellazione tout court va anche oltre le richieste del primo sindacato italiano. Nei giorni scorsi, infatti, la leader della Cgil ha dichiarato che per scongiurare il voto, l'uso dei voucher dovrebbe essere consentito solo dalle famiglie, e i buoni dovrebbero essere acquistati all'Inps e non in tabaccheria. Su questa ipotesi stava lavorando anche la Commissione Lavoro della Camera.
La data del referendum è stata fissata per il 28 maggio ma, con le elezioni amministrative da tenersi nello stesso periodo, molte sono le pressioni per un election day. In questo caso l'affluenza alle urne aumenterebbe consentendo agevolmente di raggiungere la maggioranza più uno degli aventi diritto necessaria a rendere validi i referendum abrogativi.
Per far saltare la consultazione, il governo deve intervenire anche sulla seconda normativa, quella sugli appalti. Con il quesito si chiede l'abrogazione di parte dell'art. 29 della Legge Biagi attribuendo uguale responsabilità (solidale) tra appaltatore e appaltante nei confronti di tutto ciò che succede nei rapporti di lavoro.
Secondo le fonti questo punto sarebbe ancora in discussione.
"La Confindustria non è per nulla interessata ai voucher mentre è assolutamente contraria alla cancellazione della norma sugli appalti".
Secondo l'Inps, i buoni sono utilizzati per l'80% dalle aziende fino a 9 dipendenti.