BRUXELLES (Reuters) - Il Parlamento europeo ha bocciato quasi all'unanimità qualsiasi ipotesi di ridurre le barriere commerciali alle importazioni dalla Cina.
L'Unione europea sta dibattendo da dicembre sull'opportunità di riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato, che per Pechino è un atto dovuto essendo ormai passati 15 anni dalla sua adesione alla Organizzazione mondiale del commercio.
Quella votata oggi dagli eurodeputati è una risoluzione, ma fornisce l'orientamento di Strasburgo il cui appoggio è necessario alla Commissione per accogliere le richieste della Cina.
Lo statuto di economia di mercato renderebbe più difficile all'Europa imporre dazi anti-dumping sui beni cinesi.
La risoluzione, approvata con 546 voti favorevoli su 571 aventi diritto, vincola l'Europa a considerare la Cina come un caso a parte fino a quando le autorità della seconda potenza mondiale non si sarà adeguata a tutti i requisiti che definiscono un'economia di mercato.
I criteri individuati sono cinque e uno di questi comporta una minore presenza dello Stato nel tessuto imprenditoriale nazionale.
Nel mirino di Bruxelles è finita anche la sovrapproduzione di acciaio, in parte la causa che ha indotto l'indiana Tata a cedere le sue attività in Gran Bretagna, mettendo a rischio 10.000 posti di lavoro.
La Commissione dovrebbe esprimere una valutazione entro il mese di luglio. Le opzioni sono tre: mantenere la situazione così come è, riconoscere la Cina quale economia di mercato o, in alternativa, proporre di ridurre i dazi commerciali.