Di Alessandro Albano
Investing.com - Le quattro principali economie del Vecchio Continente hanno mostrato dei dati contrastanti sulla crescita del PIL, con l'Italia che ha registrato un aumento del PIL dell'1,8% su base annua nel primo trimestre rispetto al consenso dell'1,4%.
La Germania ha evitato per poco la recessione tecnica: dopo aver evidenziato un calo dello 0,5% del PIL nel Q4 su base trimestrale, tra gennaio e marzo il PIL tedesco ha registrato una variazione nulla, una cifra ben inferiore alle aspettative fissate su una crescita dello 0,2% q/q.
La Francia ha confermato le attese della vigilia, mentre la Spagna ha fatto molto meglio delle aspettative grazie soprattutto all’export.
Filippo Diodovich, Senior Marker Strategist di IG Italia, scrive in una nota che per il contesto italiano "dovremo aspettare un po’ di settimane per capire i fattori che hanno portato all’aumento del PIL cercando così di conoscere l’andamento della domanda interna".
La lettura tedesca, invece, potrebbe avere conseguenze positive in termini di politica monetaria visto il calo della domanda: "Crediamo che i deludenti dati soprattutto in Germania possano allentare le pressioni dei membri più falchi all’interno del Consiglio Direttivo per aumenti consistenti del costo del denaro (50 punti base)", ha aggiunto l'esperto di IG.
Tuttavia la lotta all’inflazione non è ancora terminata a causa della persistenza dell’inflazione core (esclusi energetici e alimentari), per questo la BCE può "propendere per un aumento dei tassi di interesse a breve di 25 punti base nel prossimo meeting di maggio, confermando la possibilità di ulteriori rialzi in caso di necessità".