Investing.com -- La Banca del Giappone ha mantenuto la sua posizione ultra-dovish venerdì e ha dichiarato che continuerà "pazientemente" con le sue misure di controllo della curva dei rendimenti nel breve termine, ma ha aumentato le sue previsioni di inflazione per l'anno fiscale 2023 tra l'aumento dei salari e il venir meno degli effetti dei sussidi governativi.
La BOJ ha mantenuto il suo tasso di interesse di riferimento a un valore negativo dello 0,1% e ha segnalato che continuerà a mettere in atto la sua politica di quantitative easing e di controllo della curva dei rendimenti per il momento.
Ma la banca centrale ha anche dichiarato che condurrà un'ampia revisione della politica monetaria nei prossimi uno o un anno e mezzo, per studiare gli effetti di una prolungata politica accomodante sull'economia giapponese.
La decisione di venerdì è la prima riunione di politica monetaria sotto la guida del nuovo governatore Kazuo Ueda, che ha assunto la carica di governatore della BOJ solo tre settimane fa. In precedenza Ueda aveva segnalato che la politica monetaria del Paese dovrebbe rimanere sostanzialmente invariata nel breve termine.
La BOJ ha ribadito questa posizione in una dichiarazione rilasciata venerdì, affermando che le "forti incertezze" per l'economia giapponese vedranno la banca "continuare pazientemente con l'allentamento monetario" fino al raggiungimento dell'obiettivo di inflazione del 2%.
Lo yen giapponese ha subito un forte indebolimento dopo la dichiarazione della BOJ, dato che questa prevede una prospettiva dovish per la politica monetaria e allontana la possibilità di una fine delle misure di controllo della curva dei rendimenti da parte della banca nel corso dell'anno.
Tuttavia, la BOJ ha leggermente aumentato le previsioni sull'inflazione per l'anno fiscale 2023, prevedendo che l'inflazione si attesti intorno al 2,5%, rispetto alla previsione di gennaio dell'1,5%-2%. L'inflazione dovrebbe poi oscillare tra l'1,5% e il 2% negli anni fiscali 2024 e 2025.
La banca si aspetta che l'output gap positivo, le condizioni più rigide del mercato del lavoro e l'allentamento degli effetti dei sussidi governativi sull'elettricità, introdotti all'inizio dell'anno, facciano salire l'inflazione verso la fine del 2023.
Sebbene la BOJ preveda ancora una moderazione dell'inflazione CPI entro la metà del 2023, i dati pubblicati la scorsa settimana hanno mostrato che l'inflazione di fondo a livello nazionale è rimasta ferma al 3,1%, ben al di sopra dell'obiettivo annuale della BOJ del 2%.
I dati pubblicati venerdì scorso hanno anche mostrato che l'inflazione nella capitale del Giappone, Tokyo, è aumentata più del previsto in aprile}}, tornando ai massimi di 40 anni registrati all'inizio dell'anno. La lettura, che di solito preannuncia una tendenza analoga per l'inflazione nazionale, potrebbe spingere la BOJ a inasprire la politica di bilancio prima di quest'anno.
Il governatore Ueda aveva anche ventilato la possibilità di modificare la politica di controllo della curva dei rendimenti della BOJ nel corso dell'anno, soprattutto se i salari e l'inflazione dovessero aumentare ulteriormente. Tuttavia, la dichiarazione di venerdì lascia presagire una prospettiva ampiamente dovish per la banca.