PECHINO (Reuters) - L'andamento del settore manifatturiero cinese, secondo l'indagine congiunturale a cura di Hsbc che monitora l'andamento dell'attività delle aziende medio-piccole, a febbraio ha evidenziato un miglioramento; ma il quadro complessivo, a detta degli analisti, resta comunque compatibile con nuove mosse espansive da parte delle autorità di Pechino, dopo il taglio dei tassi deciso sabato dalla banca centrale.
L'indice Pmi diffuso stamane da Hsbc, pur mettendo in luce a febbraio una risalita a 50,7 (massimo da 7 mesi) da 49,7 di gennaio (50,1 il consensus), segnala una contrazione degli ordini dall'estero e pressioni al ribasso sui prezzi.
Domenica inoltre l'indice Pmi ufficiale di febbraio, elaborato dal governo e incentrato sulle imprese di dimensioni maggiori, ha segnalato contrazione dell'attività per il secondo mese di fila, attestandosi a 49,9 da 48,8 di gennaio. Più roseo il quadro dei servizi. Il Pmi ufficiale ha infatti accelerato la crescita a 53,9 da 53,7.
I numeri, giudicati complessivamenti poco incoraggianti, sono stati anticipati sabato dalla nuova mossa espansiva della banca centrale cinese, la seconda in quattro settimane, che ha tagliato il tasso di riferimento per i prestiti di 25 punti base a 5,35%. Sforbiciata di pari entità per il tasso sui depositi, che scende a 2,5%. La decisione è una risposta al rallentamento dell'economia e ai crescenti timori di rischi deflazionistici, mentre i tassi d'interesse reale tendono a muoversi verso l'alto.
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