PECHINO (Reuters) - Gli investimenti diretti cinesi all'estero dovrebbero superare i 1.000 miliardi di dollari per la prima volta a fine 2015, complice la tendenza alla crescente internazionalizzazione e il rallentamento dell'economia domestica.
Gli investimenti complessivi diretti offshore sono cresciuti a poco meno di 883 miliardi di dollari nel 2014, secondo quanto dichiarato da Zhang Xiangchen, alto funzionario al ministero del Commercio.
Secondo i dati del ministero, gli investimenti non finanziari all'estero siano aumentati del 18,2% a 473,4 miliardi di yuan, o 77 miliardi di dollari nei primi otto mesi dell'anno. Si tratta di un controvalore doppio rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso. Il volume dell'attività di M&A globale da parte di Pechino ha già dunque superato i 70,4 miliardi di dollari del 2008, fino ad oggi considerato l'anno record per operazioni all'estero.
"I nostri investimenti all'estero hanno mantenuto un tasso di crescita a doppia cifra e questo trend sarà sostenuto nel futuro", ha detto Zhang in occasione di un incontro con i media.
Il rallentamento dell'economia e la volatilità del mercato cinesi stanno spingendo le aziende domestiche ad acquisire marchi e tecnologie all'estero oltre che a diversificare le proprie attività. Pechino sta implementando politiche di sostegno alle ambizioni internazionali delle società, offrendo incentivi finanziari ed eliminando controlli amministrativi sulle operazioni offshore.
Le transazioni di dimensioni maggiori sono state quelle nel settore industriale, in testa l'acquisizione di Pirelli & C da parte di China National Chemical Corp per 8,88 miliardi di dollari incluso il debito. Numerose sono state le operazioni nel segmento dei servizi finanziari.
"Società a controllo statale e società private stanno cercando di acquisire istituzioni finanziarie all'estero che generano robusti cash-flow e che offrano una presenza e una quota di mercato internazionale", ha detto Eugene