NAIROBI (Reuters) - La società di costruzioni italiana CMC di Ravenna, sotto accusa per uno scandalo multimilionario di corruzione in Kenya, nega qualsiasi illecito e sta collaborando con le autorità locali, comunica l'azienda.
Il ministro delle finanze di Nairobi, Henry Rotich, si è dichiarato ieri non colpevole per le accuse di corruzione in relazione alla perdita di miliardi di scellini nelle gare di appalto per la costruzione di due dighe. Rotich è stato rilasciato dopo il pagamento di una cauzione di 15 milioni di scellini ($144.369,59).
"La società sta già collaborando con l'autorità giudiziaria keniota per risolvere la questione il più presto possibile", ha affermato la CMC di Ravenna in una nota diffusa ieri.
Il Kenya è intenzionato a chiedere l'estradizione del direttore Paolo Porcelli, ha riferito ieri a Reuters il Procuratore Capo, Noordin Haji, aggiungendo che la società non ha collaborato con gli inquirenti.
I pubblici ministeri accusano l'azienda e i funzionari kenioti di aver gonfiato i costi di costruzione di due dighe nell'ovest del Paese a 63 miliardi di scellini ($ 608 milioni) da un costo di partenza di 46 miliardi.
Il governo ha versato anticipi per 19 miliardi di scellini, inclusi 11 miliardi di scellini in inutili assicurazioni, che secondo i pubblici ministeri sono stati ripartiti sui conti appartenenti ai complici.
CMC ha negato qualsiasi collegamento a tali accordi.
"L'accusa si riferirebbe, infatti, alle condizioni di finanziamento da parte di banche internazionali delle opere pubbliche appaltate dal Kenya alla CMC", ha affermato la società italiana.
"CMC e i suoi rappresentanti non hanno partecipato alle negoziazioni", ha aggiunto, spiegando che chiarirà rapidamente la sua estraneità ai fatti.
Nessuno dei terreni in cui dovrebbero essere costruite le dighe è già stato acquistato e i lavori non sono ancora iniziati, secondo i procuratori, affermazione contestata da CMC.