Investing.com - L’oro resta vicino al minimo di sei settimane della seduta precedente questo mercoledì, dal momento che le speranze che la Grecia possa raggiungere un compromesso con i partner europei hanno ridotto la propensione verso investimenti rifugio.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna ad aprile scende di 60 centesimi, o dello 0,05%, a 1.208,20 dollari l’oncia troy negli scambi europei del mattino. Il prezzo è rimasto in un range compreso tra 1.206,00 e 1.210,50 dollari.
I futures troveranno supporto a 1.201,60 dollari, il minimo dal 6 gennaio, e resistenza a 1.236,70 dollari, il massimo dal 16 febbraio.
Ieri l’oro è sceso a 1.203,30 dollari, il minimo dal 6 gennaio, prima di attestarsi a 1.208,60 dollari, con un crollo di 18,50 dollari, o dell’1,51%.
Secondo le fonti più informate, Atene oggi avrebbe intenzione di chiedere un prolungamento di sei mesi dell’accordo con i creditori internazionali, facendo diminuire i timori per il futuro del paese nella zona euro.
A fine mese scadrà l’attuale piano di salvataggio della Grecia da 240 miliardi di euro, alimentando i timori che il paese possa restare senza soldi.
Sul prezzo dell’oro hanno pesato inoltre le crescenti aspettative che la Federal Reserve possa iniziare ad alzare i tassi di interesse statunitensi già a giugno.
Gli investitori attendono i verbali dell’ultimo vertice della Fed, previsti per nel corso della giornata, per avere ulteriori indicazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della banca centrale.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sull’oro, poiché il metallo prezioso spesso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi sono alti.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si è attestato a 94,30, su dello 0,15%.
Sempre sul Comex, l’argento con consegna a marzo sale di 2,7 centesimi, o dello 0,16%, a 16,40 dollari l’oncia troy. Ieri, l’argento è crollato di 91,6 centesimi, o del 5,3%, chiudendo a 16,37 dollari.
Intanto, il rame con consegna a marzo scende di 0,6 centesimi, o dello 0,24%, a 2,575 dollari la libbra.
I mercati in Cina, il principale consumatore mondiale di rame, saranno chiusi per una settimana per la festività del Capodanno Cinese, riducendo il supporto per il prezzo.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.