Di Geoffrey Smith
Investing.com - L’economia della zona euro è cresciuta dello 0,2% nel primo trimestre dell’anno, ma la crescita post-pandemia si è indebolita nettamente verso la fine del periodo tra le pressioni dalla guerra in Ucraina e l’inflazione al massimo storico.
Il dato dell’Eurostat, pubblicato questo venerdì, implica che il prodotto interno lordo è salito del 5,0% dall’anno prima, un periodo in cui l’economia della regione era ancora alle prese con il peggio degli effetti della pandemia.
Entrambi i dati risultano in linea con le attese, ma nascondono delle grosse divergenze rispetto alle stime di alcuni dei principali stati membri della regione. Il PIL francese ha deluso le aspettative, risultando in stagnazione nel trimestre, mentre il PIL tedesco è salito dello 0,2%, contrariamente ai timori di un secondo trimestre di fila di crescita negativa, grazie alle forti spese per gli investimenti.
Allo stesso tempo, l’Eurostat ha reso noto che l’inflazione nella zona euro ha segnato un nuovo massimo storico dalla creazione della moneta unica. I prezzi al consumo sono saliti del 7,5% ad aprile dal 7,4% di marzo. Sebbene l’aumento più lento del tasso generale suggerisca che potrebbe essere vicino un picco assoluto per l’inflazione, le pressioni sui prezzi soggiacenti restano forti: l’indice IPC core è balzato di oltre l’1% per il secondo mese consecutivo, mentre il dato armonizzato dell’inflazione annua dell’Eurostat che esclude alimentari ed energetici è accelerato ben oltre le attese al 3,9% dal 3,2% il mese scorso.
L’euro sale di circa mezzo centesimo contro il dollaro nel corso della mattina, in quanto i dati nazionali sul PIL sono stati pubblicati prima dai membri della zona euro. Alle 11:20 CEST si attesta a 1,0576 dollari, su dello 0,8% sulla giornata. Un rimbalzo degli asset cinesi in risposta alla promessa di ulteriore supporto di politica monetaria da parte di Pechino ha incoraggiato il sentimento verso l’euro e gli asset di rischio in generale.