C’è il sospetto che Pechino stia approfittando degli attuali prezzi a sconto per costruire massicce riserve di petrolio. Ma per Marco Piersimoni (Pictet AM) per stabilizzare i prezzi serve anche una forte ripresa dell’economia cinese
La caduta verticale dei prezzi del petrolio non ha precedenti. Una situazione talmente complessa da rendere difficile le previsioni per il mercato dell’oro nero, la cui dinamica assume un aspetto non trascurabile per l’economia globale. Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management ha cercato di fare chiarezza su quanto sta effettivamente succedendo partendo dal fatto che il lockdown adottato per frenare la pandemia da coronavirus ha determinato, tra gli altri effetti, un brusco calo della domanda di petrolio.
STIME AL RIBASSO PER LA DOMANDA DI GREGGIO
Si stima che nei mesi di aprile e maggio, la domanda possa ridursi di 20 milioni di barili al giorno (mmbpd) rispetto a un anno fa (pari al -20% su base annua), mentre la contrazione media per quest’anno potrebbe aggirarsi intorno ai 9 mmbpd. Ma c’è di più. Se le stime del Fondo Monetario Internazionale venissero confermate (-3% del PIL mondiale nel 2020) la situazione diverrebbe ancora più critica con la domanda in ulteriore contrazione. L’offerta non ha l’elasticità necessaria ad adeguarsi a questo scenario dal momento che molti paesi, con la sola eccezione dell’Arabia Saudita, non hanno la facoltà di ridurre ed aumentare la produzione a costi inferiori. Anche l’accordo raggiunto dai Paesi membri dell’Opec+, che li impegna a ridurre la produzione da maggio per 9,7 mmbpb, sembra insufficiente a stabilizzare i prezzi del greggio...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge