Fmi alza stime Usa, mette in guardia da protezionismo e sussidi

Pubblicato 17.01.2025, 18:22
© Reuters. Il logo del Fondo monetario internazionale (Fmi) durante una conferenza stampa a Santiago del Cile, 23 luglio 2019. Foto REUTERS/Rodrigo Garrido/File Photo

WASHINGTON (Reuters) - Il Fondo monetario internazionale ha alzato di un decimo di punto percentuale le previsioni di crescita globale per il 2025, indicando una crescita più forte del previsto negli Stati Uniti, che controbilancia le revisioni al ribasso in Germania, Francia e altre grandi economie.

Nell'ultima pubblicazione del World Economic Outlook, l'Fmi ha previsto una crescita globale del 3,3% sia per il 2025 che per il 2026 e ha affermato che l'inflazione headline a livello globale dovrebbe scendere al 4,2% nel 2025 e al 3,5% nel 2026, consentendo un'ulteriore normalizzazione della politica monetaria e ponendo fine alle perturbazioni economiche mondiali degli ultimi anni.

Tuttavia, il Fondo ha ricordato che la crescita globale è rimasta al di sotto della media storica del 3,7% nel periodo 2000-2019 e ha messo in guardia i Paesi dall'adottare misure unilaterali come dazi, barriere non tariffarie o sussidi che potrebbero danneggiare i partner commerciali e alimentare ritorsioni.

Tali politiche "raramente migliorano le prospettive interne in modo duraturo" e possono lasciare "ogni Paese in condizioni peggiori", ha scritto il capo economista dell'Fmi Pierre-Olivier Gourinchas su un blog.

Le nuove previsioni dell'Fmi giungono pochi giorni prima dell'insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, che ha proposto un dazio del 10% sulle importazioni globali, un dazio punitivo del 25% sulle importazioni dal Canada e dal Messico fino a quando non useranno il pugno duro contro il traffico di droga e i migranti che attraversano la frontiera con gli Stati Uniti, e un dazio del 60% sulle merci cinesi.

"Un'intensificazione delle politiche protezionistiche, ad esempio sotto forma di una nuova ondata di dazi, potrebbe esacerbare le tensioni commerciali, diminuire gli investimenti, ridurre l'efficienza del mercato, distorcere i flussi commerciali e interrompere nuovamente le catene di approvvigionamento", ha spiegato l'Fmi, osservando che la crescita potrebbe risentirne sia nel breve che nel medio termine.

© Reuters. Il logo del Fondo monetario internazionale (Fmi) durante una conferenza stampa a Santiago del Cile, 23 luglio 2019. Foto REUTERS/Rodrigo Garrido/File Photo

L'Fmi ha rivisto al rialzo le stime di crescita Usa per il 2025 al 2,7%, grazie alla solidità del mercato del lavoro e all'accelerazione degli investimenti, con un aumento di mezzo punto percentuale rispetto alle previsioni di ottobre, mentre l'anno prossimo la crescita si ridurrà al 2,1%.

Ha quindi tagliato le previsioni per la zona euro di 0,2 punti percentuali all'1,0% per il 2025 e di 0,1 punti percentuali all'1,4% per il 2026, citando un andamento più debole del previsto del settore manifatturiero e una maggiore incertezza politica e strategica.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)

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