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Greggio al minimo di 7 anni tra l’eccesso di scorte e il dollaro forte

Pubblicato 17.12.2015, 10:14
© Reuters.  Il greggio torna al minimo di 7 anni
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Investing.com - Il prezzo del greggio torna al minimo di sette anni questo giovedì, per via dei crescenti timori per l’eccesso di scorte globali e del dollaro forte.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a febbraio è in calo di 24 centesimi, o dello 0,64% a 37,15 dollari al barile negli scambi della mattinata europea.

Ieri, il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è crollato di 1,34 dollari, o del 3,41% tra le preoccupazioni che l’eccesso di scorte sui mercati globali possa durare più a lungo del previsto. Il Brent è crollato a 36,75 dollari, un livello che non si registrava dal culmine della crisi finanziaria globale del 2008.

Il prezzo del Brent dovrebbe segnare un crollo annuo del 35% nel 2015, per via del clima di apprensione per l’eccesso di scorte che ha dominato il sentimento dei mercati per la maggior parte dell’anno.

Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a gennaio crolla di 36 centesimi, o dell’1,03%, a 35,16 dollari al barile.

Ieri, i futures del Nymex sono crollati di 1,83 dollari, o del 4,9% dopo il report settimanale della U.S. Energy Information Administration in cui si legge che le scorte di greggio sono aumentate di 4,8 milioni di barili la scorsa settimana. Gli analisti avevano previsto un calo di 1,4 milioni di barili.

Le scorte di greggio statunitensi ammontano a 490,7 milioni di barili, restando vicino ad un livello che in questo periodo dell’anno non si registrava da almeno 80 anni.

I futures del greggio USA sono crollati del 33% finora quest’anno tra le preoccupazioni per l’eccesso delle scorte nazionali.

I futures del greggio sono crollati questo mese poiché l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio non ha trovato un accordo sulla produzione per ridurre l’eccesso di scorte sui mercati energetici globali.

La produzione globale di greggio supera di gran lunga la domanda a causa dell’impennata della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e dopo la decisione dello scorso anno dell’OPEC di non tagliare la produzione per difendere la partecipazione sul mercato.

Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 1,99 dollari al barile, rispetto ai 2,47 dollari segnati alla chiusura di ieri.

Lo spread tra i due prezzi di riferimento si è ridotto al minimo pluriennale, segnale che il mercato del greggio USA vedrà una riduzione dopo la decisione del Congresso di abolire il divieto sulle esportazioni nazionali di greggio, mentre l’eccesso di scorte globali non farà che peggiorare.

Pesa inoltre il rafforzamento del dollaro. L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si è attestato a 98,70, dopo aver segnato il massimo di 99,00 durante la notte, il massimo dal 3 dicembre, dopo la decisione della Federal Reserve di alzare i tassi di interesse USA per la prima volta in quasi un decennio.

Commentando la decisione, la Presidente della Fed Janet Yellen ha spiegato che ulteriori aumenti dei tassi avverranno in modo graduale e dipenderanno dai dati.

Gli Stati Uniti pubblicheranno il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione alle 8:30 ET, seguito dai dati sull’indice sul settore manifatturiero della Fed di Philadelphia per il mese di dicembre, che i traders seguiranno con particolare attenzione per avere maggiori informazioni sulla forza dell’economia.

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