LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio perdono oltre l'1% dopo che i dati sulla crescita economica in Cina, più deboli del previsto, hanno alimentato i timori sulle prospettive della domanda nel secondo consumatore mondiale di petrolio. Anche il parziale riavvio dell'estrazione in Libia mette sotto pressione il mercato.
Alle 10,30 il Brent perde l'1,54% a 78,65 dollari al barile e il West Texas Intermediate statunitense cede l'1,64% a 74,16 dollari. Si tratta della seconda sessione consecutiva di perdite.
Il Pil cinese è cresciuto del 6,3% su base annua nel secondo trimestre, sotto le aspettative degli analisti che prevedevano un +7,3%, con la ripresa post-coronavirus che vacilla a causa dell'indebolimento della domanda interna ed estera.
A pesare ulteriormente sui prezzi del greggio è arrivata anche la ripresa della produzione in due dei tre giacimenti libici che erano stati chiusi la scorsa settimana. La produzione era stata bloccata a causa di una protesta contro il rapimento di un ex ministro delle Finanze.
In un ulteriore segnale di restrizione delle forniture, le esportazioni di petrolio russo dai porti occidentali sono destinate a diminuire di 100.000-200.000 barili al giorno il mese prossimo, segno che Mosca sta mantenendo l'impegno di tagliare le forniture in tandem con l'Arabia Saudita, secondo quanto affermato da due fonti venerdì.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Sabina Suzzi)