Di Ambar Warrick
Investing.com - Il deficit commerciale del Giappone si è ridotto meno del previsto nel mese di novembre, come hanno mostrato i dati di questo giovedì, poiché la crescita delle esportazioni ha compensato poco la ripresa delle importazioni dovuta all’indebolimento dello yen e agli alti prezzi delle materie prime.
I dati del Ministero delle Finanze hanno mostrato che la bilancia commerciale per novembre è stato di 2,03 mila miliardi di yen (1 dollaro =135,30 yen), rispetto al deficit di 2,17 mila miliardi di yen del mese precedente.
Ma la cifra è stata molto più alta rispetto alle previsioni di un deficit di 1,68 mila miliardi di yen.
Le esportazioni sono cresciute del 20% nel mese rispetto all’anno scorso, un po’ più del previsto, grazie alle forti spedizioni di macchinari industriali e automobili. La lettura indica che le imprese giapponesi vedono ancora una certa forza nella domanda estera, nonostante le crescenti preoccupazioni per una recessione globale.
Ma le forti esportazioni sono state in gran parte compensate da una crescita superiore alle attese delle importazioni, che a novembre sono cresciute del 30,3% contro le attese del 27%. Inoltre, la relativa stabilità dei mercati delle materie prime ha visto la crescita delle importazioni rallentare bruscamente rispetto al balzo del 53,5% registrato in ottobre.
Ma i dati di giovedì mostrano che l’economia giapponese deve ancora affrontare tendenze sfavorevoli nel commercio estero, poiché l’incombente crisi energetica del Paese mantiene elevate le importazioni di carburante.
Le importazioni di combustibili minerali sono aumentate di quasi il 61% nel corso del mese, con un aumento del 69,7% delle importazioni di petrolio, mentre le spedizioni di carbone sono più che raddoppiate in valore, raggiungendo i 795 miliardi di yen.
Gran parte di questo balzo è dovuto al fatto che quest’anno il Giappone si è rivolto a diversi fornitori di carburante, avendo abbandonato il fornitore abituale, la Russia, in opposizione all’invasione dell’Ucraina da parte del Paese.
A novembre, le importazioni giapponesi dall’Australia, un fornitore chiave di minerali, hanno subito un’impennata. Ma la Cina è rimasta il principale partner commerciale del Giappone.
L’indebolimento dello yen è il maggior ostacolo all’attività commerciale del Giappone quest’anno, poiché ha reso le importazioni del Paese molto più costose. Sebbene la valuta abbia registrato una forte ripresa negli ultimi due mesi, il suo valore annuale è ancora in calo di quasi il 18%.
La debolezza dello yen è dovuta in gran parte all’aumento del divario tra i tassi di interesse locali e quelli statunitensi, in parte dovuto alla riluttanza della Banca del Giappone a inasprire la politica monetaria.
Ma con l’inflazione che ha raggiunto i massimi degli ultimi 40 anni, i mercati hanno iniziato a speculare sulla possibilità che la banca centrale cambi la sua posizione nel prossimo futuro.