Di Ambar Warrick
Investing.com - L’inflazione al consumo cinese ha disatteso le aspettative a febbraio. La spesa è rimasta limitata nonostante l’abolizione delle misure anti-COVID, e i prezzi di fabbrica si sono ridotti più del previsto a causa dei problemi delle interruzioni nel settore manifatturiero.
L’indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato dell’1% nei 12 mesi fino a febbraio, secondo i dati dell’Ufficio nazionale di statistica. La lettura è stata inferiore alle aspettative di un aumento dell’1,9% e molto più contenuta rispetto alla lettura del 2,1% del mese scorso.
L’inflazione è scesa dello 0,5% rispetto al mese precedente, contro le stime per un aumento dello 0,2% e dopo la lettura di gennaio dello 0,8%.
L’indice dei prezzi alla produzione ha continuato a peggiorare, scendendo dell’1,4% nei 12 mesi fino a febbraio. I dati sono stati più deboli rispetto alle aspettative di un calo dell’1,3% e alla lettura negativa dello 0,8% del mese scorso.
I dati indicano che, nonostante ripresa dell’attività imprenditoriale, la ripresa economica in Cina è ancora in fase nascente, poiché il Paese fatica a riprendersi da tre anni di rigide restrizioni anti COVID.
Sebbene il settore manifatturiero cinese sia tornato in territorio di espansione a febbraio, la debole lettura dell’IPP indica che il settore sta ancora operando ben al di sotto della piena capacità.
La debolezza delle pressioni sui prezzi offre inoltre alla Banca Popolare uno scarso margine economico per inasprire la politica monetaria e sostenere lo yuan, che ancora una volta è pericolosamente vicino al livello chiave di 7 rispetto al dollaro. Giovedì la valuta cinese è scesa dello 0,1% a 6,9609.
Gli analisti stanno valutando la possibilità di ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della PBOC, che sta lottando per sostenere la lenta crescita economica del Paese. Ma i principali tassi di prestito sono già ai minimi storici.
I dati sull’inflazione di questo giovedì arrivano anche sulla scia dei dati commerciali poco entusiasmanti, che hanno mostrato che le importazioni in Cina restano deboli. Inoltre, il governo cinese ha recentemente fissato un obiettivo di crescita del PIL più debole del previsto per il 2023.
Però, c’è da dire che i dati economici non incoraggianti aumentano la prospettiva di una maggiore spesa di stimolo da parte del governo cinese, che ha promesso di stimolare la ripresa economica quest’anno.