Investing.com - L’inflazione dell’indice dei prezzi al consumo nella capitale del Giappone è stata inferiore alle aspettative nel mese di maggio, come hanno mostrato i dati di venerdì, tra la costanza dei prezzi dei prodotti alimentari e l’aumento della spesa pubblica per alleggerire i costi dell’elettricità.
L’indice IPC Tokyo core, che esclude i prezzi degli alimenti freschi, è aumentato del 3,2% su base annua nel mese di maggio, secondo i dati forniti dall’Ufficio di statistica venerdì. La lettura è stata inferiore alle aspettative di un 3,3% e al dato del mese precedente del 3,5%.
Anche il dato core ha raggiunto il livello più basso da marzo, ma è rimasto in vista del picco di 40 anni toccato a gennaio, al 4,3%.
Includendo i prezzi degli alimenti freschi, l’inflazione IPC di Tokyo è cresciuta del 3,2% a maggio, mancando le aspettative di un aumento del 3,9% e la lettura del 3,5% del mese precedente.
La lettura ha mostrato che l’inflazione giapponese si sta stabilizzando dopo l’inaspettata impennata di aprile, grazie alla stabilizzazione dei prezzi dei generi alimentari e alla continua diminuzione dei prezzi dell’elettricità grazie ai sussidi governativi.
La stabilità dei mercati globali delle materie prime e l’alleggerimento dei prezzi delle importazioni di carburante hanno contribuito a ridurre l’inflazione nel corso del mese.
La lettura di un’inflazione debole è arrivata sulla scia dei dati positivi sull’attività commerciale pubblicati all’inizio della settimana, che hanno mostrato che l’economia giapponese si sta riprendendo in modo costante dalla pandemia di COVID-19.
La lettura dell’inflazione di Tokyo di solito segnala un andamento simile dell’inflazione nazionale, dato che l’area è quella che contribuisce maggiormente al PIL del Giappone. Un’ulteriore diminuzione dell’inflazione ridurrà la pressione sulla Banca del Giappone affinché inizi la politica di inasprimento quest’anno.
Tuttavia, nonostante la lettura più debole del previsto, l’inflazione è rimasta relativamente alta nel Paese, con una tendenza ben al di sopra del tasso obiettivo annuale del 2% della BOJ.
Anche l’indebolimento dello yen ha mantenuto alte le pressioni inflazionistiche nell’ultimo anno. Questa settimana la valuta giapponese ha toccato un minimo di sei mesi rispetto al dollaro, sotto pressione a causa delle prospettive dovish della BOJ e delle aspettative che i tassi di interesse statunitensi rimangano più alti ancora a lungo.