La lettura dell'IPC della zona euro di giugno ha registrato un incremento annuale del 5,5% in calo rispetto al 6,1% del mese precedente e al +8,6% dello stesso mese del 2022. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto una crescita del +11,6% rispetto a giugno 2022. Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un aumento dello 0,3%.
Ciò che invece preoccupa è il dato sull’inflazione di base che dal +5,3% di maggio (le attese erano per un +5,4%) il dato uscito è stato superiore segnando un +5,5%.
A pesare resta la Germania (e non solo). A giugno ha registrato un andamento dei prezzi in crescita del 6,8%, cioè 1,3% in più rispetto ai principali paesi che fanno parte dell'euro. Quindi è un problema da non sottovalutare, non solo perché è l’economia "trainante", che ha registrato già un andamento del Pil in calo dello 0,3% nei primi 3 mesi dell’anno, ma soprattutto perché le prospettive del costo del denaro hanno ancora un trend al rialzo.
Questa situazione mette ulteriori pressioni sulla presidente della BCE, Christine Lagarde, per ulteriori aumenti dei tassi di interesse che restano l’unica arma a disposizione per rallentare la corsa dei prezzi al consumo.
Ma fino a che punto la banca centrale si spingerà con il suo inasprimento senza causare una recessione?
Ha detto in un'intervista Klaas Knot (membro del consiglio direttivo): "per luglio è una necessità, per qualsiasi cosa oltre luglio sarebbe al massimo una possibilità, ma non una certezza ".