Secondo i dati provvisori forniti da Istat, a maggio l'indice Nic dei prezzi al consumo ha registrato una variazione di +0,1% su mese e +0,9% su anno, tornando ai livelli di gennaio.
Ad aprile l'indice era salito dello 0,2% congiunturale e dell'1,1% tendenziale.
Anche l'indice armonizzato Ipca è salito dello 0,1% su mese e dello 0,9% su anno (attese +0,2%, +1%), dopo il +0,5% congiunturale e il +1,1% tendenziale di aprile.
L'inflazione 'di fondo', al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta a +0,5% (era +0,6% nel mese precedente) mentre quella al netto dei soli Beni energetici si attesta a +0,6% (da +0,7%).
L’inflazione acquisita per il 2019 è pari a +0,7% per l'indice generale e a +0,4% per la componente di fondo.
Alla base della decelerazione di maggio, spiega Istat, "ci sono soprattutto fattori stagionali e di calendario nei servizi di trasporto e in quelli della filiera turistica, di segno opposto a quelli osservati in aprile".
"Complessivamente, mentre i prezzi dei beni mantengono la stessa dinamica di crescita del mese precedente, quelli dei servizi rallentano. In questo quadro la decelerazione dei prezzi dei carburanti contribuisce in modo specifico al rallentamento dell’inflazione".
Per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona "l’inflazione rimane al di sotto di quella generale, pur accelerando da +0,3% a +0,5%, mentre per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto la crescita dei prezzi, pur rimanendo stabile a +1,1%, torna al di sopra di quella riferita all’intero paniere".
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