ROMA (Reuters) -
I prezzi al consumo hanno fatto registrare un rallentamento nel mese di novembre, alimentando i timori che la ripresa dell'economia italiana sia meno forte del previsto.
Secondo i dati definitivi diffusi oggi da Istat, l'indice Nic dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,4% su base congiunturale ed è salito dello 0,1% sullo stesso periodo dell'anno precedente.
L'indice armonizzato Ipca è stato rivisto a -0,4% su mese (da -0,5%) e a +0,2% tendenziale (da +0,1%).
L'inflazione acquisita per il 2015 è stabile a +0,1%.
Istat spiega che il rallentamento dell'inflazione è dovuto principalmente alla "riduzione dell'ampiezza della crescita tendenziale dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,6% da +1,4% di ottobre), causata soprattutto dai Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,9% da +2,1% del mese precedente), cui si aggiunge la decelerazione della dinamica dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+3,2%, da +4,1% di ottobre)".
"Questi andamenti sono in parte bilanciati dal rallentamento della flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-11,2%, da -12,7% di ottobre)".
L'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, scende a +0,7% dal +0,8% di ottobre. Al netto dei soli beni energetici l'inflazione rallenta a +0,8% da +1%.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza non variano su base congiunturale e registrano una flessione tendenziale stabile e pari a -0,1%.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona salgono dello 0,3% su mese e dell'1,3% su base annua.