di Elvira Pollina
MILANO/ROMA (Reuters) - L'economia italiana nel secondo trimestre non è riuscita, a dispetto delle attese degli analisti, a tenere il ritmo di crescita avuto nella prima frazione d'anno, ma questo non sembra per il momento inficiare la stima di crescita dello 0,7% per l'intero 2015, confermata dal governo.
Secondo i dati preliminari resi noti da Istat, nel periodo aprile-giugno il Pil italiano è cresciuto dello 0,2% in termini congiunturali, mentre la mediana delle attese degli analisti interpellati da Reuters in un sondaggio proiettava una replica dello 0,3% segnato nei tre mesi precedenti.
Su base annua l'aumento è dello 0,5%, in linea al consensus, rispetto al +0,1% del trimestre precedente. La variazione del Pil acquisita per il 2015 è pari a 0,4%.
"Il dato odierno riflette l'inattesa debolezza dell'industria a giugno", commenta Luca Mezzomo economista di Intesa Sanpaolo (MILAN:ISP), riferendosi all'inatteso calo registrato dalla produzione industriale, da cui ci si aspetta comunque un rimbalzo a luglio, alla luce dei segnali positivi arrivati dalle indagini qualitative.
Roberto Basso, portavoce del ministero dell'Economia Pier Carlo Padoan, ha detto che per l'intero 2015 l'esecutivo mantiene la stima di crescita dello 0,7% dopo la contrazione dello 0,4% segnata lo scorso anno, il terzo consecutivo di recessione.
Più volte, in passato, il Tesoro ha accennato alla possibilità che l'economia possa segnare per l'intero 2015 ritmi di espansione maggiori rispetto alle previsioni ufficiali.
Alla domanda se questa prospettiva sia ormai sfumata anche alla luce della svalutazione dello yuan, Basso ha risposto che è prematuro trarre qualunque conclusione dalle mosse della Banca centrale di Pechino ma che "se si accumulano fattori esogeni negativi potrebbero non esserci sorprese positive".
BRUNETTA: TARGET DI FINE ANNO A RISCHIO
L'opposizione, però, lancia l'allarme sulla performance della terza economia della zona euro.
"Calma piatta; lucette e ombre. L'acquisito non è gran che; 0,7% finale è a rischio", ha scritto su Twitter Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.
Per Mezzomo di Intesa la possibilità di conseguire una variazione media annua di 0,7% "non è assolutamente compromessa" anche perché il recente calo delle quotazioni petrolifere nei prossimi mesi "sosterrà il reddito disponibile reale delle famiglie molto più di quanto si prevedesse a inizio 2015".
"L'uscita dell'Italia dalla recessione è molto recente. Questo significa che il recupero ciclico, al netto di shock imprevisti, ha abbastanza strada da fare", scrive in una nota Daniele Antonucci, economista di Morgan Stanley (NYSE:MS).
Il calo dei tassi di interesse determinato dall'acquisto di bond della Bce, il basso livello dei prezzi del petrolio, il deprezzamento dell'euro continueranno a offrire supporto, secondo la banca americana che conferma il +0,7%.
Per il leader degli industriali, Giorgio Squinzi, i dati sull'Italia e sugli altri paesi della zona euro dimostrano che "non c'è una ripartenza vera".
L'intero blocco della valuta unica ha segnato una variazione congiunturale positiva dello 0,3% (mentre le previsioni erano per una replica di +0,4% registrato nei primi tre mesi dell'anno).
La Francia è rimasta ferma (rispetto a +0,2% stimato), Berlino ha fatto peggio delle attese, crescendo dello 0,4% contro lo 0,5% previsto dagli economisti.
Fa eccezione la Spagna, che nello stesso periodo ha messo a segno un incremento del Pil pari all'1%, in linea alle attese.
- ha collaborato da Roma Antonella Cinelli