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Tassi Bce: la lenta discesa prosegue come da copione. I commenti degli analisti

Pubblicato 13.09.2024, 09:47
© Reuters

Investing.com – L’inflazione non ha riservato sorprese e la Bce ha dato la seconda sforbiciata ai tassi d’interesse nel 2024, portandoli al 3,50%. Fin qui, tutto come da copione. Ma adesso? Per capire quale saranno le prossime mosse di Francoforte e quale effetto avranno sui mercati, Investing.com ha raccolto i commenti degli analisti sull’ultima riunione dell’Eurotower.

Kaspar Hense, BlueBay Senior Portfolio Manager, Investment Grade, RBC BlueBay

Come previsto, la Bce ha tagliato nuovamente i tassi al 3,5%. Con l'inflazione headline in rapida discesa, che si prevede scenderà presto al di sotto del 2%, la Bce è ancora in una posizione forte per continuare a tagliare ulteriormente con una crescita che, nella migliore delle ipotesi, è lenta. Prevediamo un altro taglio dei tassi a dicembre e altri tre nella prima metà del 2025 a sostegno dell'economia e ci aspettiamo che i tassi si aggirino intorno al 2,5% a metà del prossimo anno.

Pur essendo ancora al di sopra della neutralità, il mercato rimane troppo concentrato sulla crescita. Il potenziale di crescita in Europa è basso, ma in Giappone è peggiore, eppure la BoJ continua ad aumentare i tassi per via del rallentamento dell'economia. I tassi di disoccupazione in Europa stanno ancora scendendo in aggregato e la possibilità di maggiori stimoli fiscali, l'anno prossimo, sarà un segnale d'allarme per la Bce, che dovrà anticipare la curva, almeno per il momento.

Nel frattempo, le aspettative degli economisti per l'Europa sono piuttosto forti rispetto a quest'anno, grazie al continuo aumento dei redditi reali disponibili e alla riduzione dei costi dell'energia, che sostiene il settore industriale in difficoltà, unitamente alle prospettive di tassi più bassi. Riteniamo che ciò contrasti con l'anno scorso, in modo troppo ottimistico. La politica monetaria mostra i suoi effetti con un certo ritardo e il rischio di un ulteriore deterioramento del credito rimane elevato.

Tom Lemaigre, European Equities Portfolio Manager, Janus Henderson

I tassi sono stati tagliati di 25 punti base, in linea con le aspettative del mercato, e la BCE ha ribadito che i tassi stessi devono rimanere ristretti per raggiungere l'obiettivo di inflazione del 2%. Un aspetto che emerge è che la BCE ha sottolineato come l'inflazione risulti ancora persistente a causa dei salari che “continuano a crescere a un ritmo elevato”.

Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm

Preso atto dei progressi significativi sul fronte inflazione che si sono registrati nel corso dell’ultimo anno, il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha optato per un secondo taglio dei tassi d’interesse da 0,25 punti base, che porta il tasso sui depositi al 3,50%. Prosegue dunque il processo di allentamento della politica monetaria iniziato a giugno, anche se il ritmo dei tagli sarà graduale e sarà determinato dalla velocità con cui l’inflazione si avvicinerà all’obiettivo del 2% stabilito dalla Fed. Nonostante le preoccupazioni per l'indebolimento della crescita, le pressioni inflazionistiche rimangono consistenti, in particolare nel settore dei servizi.

Appare ormai chiaro quanto il Consiglio Direttivo stia seguendo un approccio data dependent e dovrà valutare la risposta dell’inflazione alla mossa di oggi prima di considerare ulteriori tagli. Un nuovo taglio dei tassi in ottobre al momento non appare scontato.

Felix Feather, Economista di abrdn

Non ci sono state sorprese, né in merito all'ultima decisione di politica monetaria della BCE - che ha visto un taglio del tasso di deposito pari a 25 punti base – né per quanto riguarda le indicazioni contenute nel comunicato stampa che l'ha accompagnata.

È importante notare che il comunicato stampa si è concentrato soprattutto sulle prospettive dell'inflazione, menzionando solo di sfuggita il continuo rallentamento della crescita dell'Eurozona.

A nostro avviso, questo testimonia la cautela dei policymaker. Ci aspettiamo quindi che la BCE si muova lentamente per normalizzare la politica, a meno che non si verifichi un rapido deterioramento delle prospettive di crescita.

Antonella Manganelli, AD di Payden & Rygel Italia


La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di interesse, per la seconda volta in tre mesi, al 3,50% con un taglio di 25 punti base, in linea con le aspettative del mercato e con una decisione unanime da parte del Consiglio. Prosegue, pertanto, l’approccio cauto e la lenta risoluzione della posizione aggressiva assunta dalla Banca Centrale per combattere l’elevata inflazione nell’Eurozona.

Tuttavia, la Presidente Lagarde ha affermato che in generale l’inflazione si sta muovendo come previsto e ha mantenuto stabili le aspettative per il futuro, prevedendo un ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2% entro la fine del 2025.

Le previsioni per la crescita economica dell’Eurozona sono state leggermente riviste al ribasso per i prossimi anni, poiché investimenti e spesa dei consumatori sono appesantiti dagli alti tassi di interesse. La crescita prevista dalla BCE per quest’anno è di 0,8% (contro il precedente 0,9%) e di 1,3% nel 2025 (contro il precedente 1,4%).

La banca centrale ha inoltre annunciato che abbasserà di 0,6 punti percentuali anche gli altri due tassi di interesse di riferimento nell'ambito di una revisione del proprio quadro operativo, con l’obiettivo di ridurne il divario con il tasso di deposito, attraverso il quale si indirizza la politica economica.

Infine, Lagarde ha ribadito durante la conferenza la dipendenza delle prossime mosse dai dati macroeconomici, e non da un solo dato puntuale. Avendo trasmesso un tono più neutrale possibile, sembra che la possibilità di un ulteriore taglio ad ottobre rimanga ancora in corsa.

La reazione dei mercati è stata abbastanza attenuata. L’euro è leggermente salito, mentre i tassi delle obbligazioni governative dell’area euro si sono mossi al rialzo, ma non in modo eccessivo ed in linea con il trend già registrato in giornata.

Informazioni Pro

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte

La Bce ha confermato l’attesa di taglio di 25 pb del tasso sui depositi, procedendo ad un taglio più marcato del tasso di rifinanziamento principale, (ora a +15pb - vs precedente +50pb - il cosiddetto corridoio ossia lo spread vs tasso sui depositi), mossa quest’ultima già anticipata a marzo scorso.

Nella consueta revisione delle stime trimestrali su Pil ed inflazione è emersa una revisione al ribasso del Pil per tutto il triennio, invarianza delle stime di inflazione e revisione al rialzo dell’inflazione core per 2024 e 2025.

Nel comunicato sono state aggiunte alcune parti nuove, in particolare quella che fa riferimento al fatto che i salari continuano a salire ad un passo elevato ma decrescente.

Inoltre, viene rilevato come le relative pressioni sul fronte prezzi siano parzialmente assorbite dai profitti aziendali.

Questi invece i principali punti emersi dalla conferenza stampa:

  • I rischi sulla crescita sono al ribasso
  • L’inflazione tornerà al 2% nel corso del 2025
  • L’inflazione calerà a settembre ma poi aumenterà di nuovo
  • La BCE continua ad essere data dependent

In sintesi, il quadro macro offerto dalle nuove stime dello staff recepisce il rallentamento della crescita ma allo stesso tempo tiene conto che l’inflazione dei servizi stenta a calare, impattando sull’inflazione core.

Questa sintesi riflette probabilmente le due anime della Bce, ossia quella più preoccupata dalla crescita e quella invece più attenta a che l’inflazione ritorni stabilmente al 2% spegnendo il focolaio dei servizi.

Il prossimo incontro BCE è piuttosto ravvicinato (17 ottobre vs invece 7 novembre per Fed dopo il meeting del 18 settembre). La vicinanza del prossimo meeting insieme a considerazioni inerenti alla necessità di tenere insieme le due anime all’interno del board, portano a ritenere che la BCE proseguirà il ciclo di taglio tassi ma ad un ritmo/cadenza più moderato rispetto alla Fed.

Di conseguenza è possibile che la Bce proceda per tagli di 25 e non 50 pb, come invece potrebbe accadere nel caso della Fed a novembre o dicembre.

Il prossimo taglio Bce di 25 pb è atteso nella riunione del 12 dicembre (saltando quindi la riunione del 17 ottobre), quando verranno aggiornate anche le stime dello staff.

In termini di prospettive di futuri tagli le aspettative sono rimaste poco mutate con l’attesa di ritorno del tasso sui depositi in area 2% agli inizi del 2026.

Ann-Katrin Petersen, Chief Investment Strategist Germany, Austria, Switzerland and Eastern Europe presso il BlackRock (NYSE:BLK) Investment Institute

La BCE ha tagliato i tassi di 25 punti base, come previsto, dopo aver rivisto al ribasso le sue proiezioni di crescita, ma prevedendo ancora che l'inflazione scenderà al suo obiettivo del 2% nella seconda metà del 2025. Riteniamo che la BCE potrebbe tagliare ancora quest'anno, dato che i tassi sono ancora molto restrittivi.

Tuttavia, riteniamo che le speculazioni del mercato su un altro taglio il mese prossimo siano ottimistiche. A nostro avviso, solo un ulteriore forte deterioramento dell'economia potrebbe indurre la BCE ad accelerare i tagli trimestrali di un quarto di punto. Preferiamo il reddito delle obbligazioni a breve termine dell'area euro rispetto ai Treasury statunitensi a breve termine.

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Álvaro Sanmartín, Chief Economist, Amchor IS

Come previsto, la Bce ha tagliato il tasso di deposito di 25 pb, questa volta con una decisione unanime (nel taglio di giugno c'era stato un voto contrario).

Allo stesso tempo, Lagarde continua a non dare indicazioni esplicite sulle riunioni future, anche se è chiaro che, se tutto andrà secondo i piani, il prossimo taglio sarà a dicembre. Infatti, alla domanda sulla riunione di ottobre, Lagarde ha risposto che manca poco tempo e non ci sono ancora stati progressi sufficienti nell'inflazione di base per giustificare un ritmo più veloce dei tagli.

Anche se in linea di massima vedremo “solo” due tagli dei tassi quest'anno, la Bce sembra sempre più fiduciosa che, grazie soprattutto ai segnali di moderazione salariale che si stanno chiarendo, l'inflazione di base sarà in grado di raggiungere l'obiettivo del 2% in tempi relativamente brevi, ovvero entro la seconda metà del 2025.

Ciò dovrebbe essere rassicurante per i mercati: date le buone prospettive per l'inflazione di base, la Bce potrà essere più aggressiva nel tagliare i tassi se, per qualsiasi motivo, la crescita economica dovesse sorprendere al ribasso nei prossimi mesi.

In ogni caso, poiché riteniamo più probabile che la crescita europea sorprenda al rialzo piuttosto che al ribasso nei prossimi sei mesi, crediamo che il prossimo taglio dei tassi sarà a dicembre e che questo ciclo di tagli si concluderà nel primo o secondo trimestre del 2025, con un tasso di deposito non molto inferiore al 3%.

Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS IM

La BCE ha tagliato i tassi di interesse di 25 pb nella riunione odierna, senza grandi sorprese per quanto riguarda la comunicazione sulle fasi future. Non c'è (ancora) la volontà di dire che è arrivato il momento di accelerare la politica di stabilizzazione, poiché le tensioni all'interno del Consiglio direttivo rimangono molto alte, con i falchi che sono ancora preoccupati per la ripercussione dei salari elevati sulle aspettative di inflazione. Pertanto, la dipendenza dai dati viene riconfermata.

La BCE ha ribadito che l'inflazione si muoverà automaticamente verso l'alto nel quarto trimestre, così come i salari concordati, quindi possiamo ancora prevedere un taglio a dicembre, con alcune di queste variabili che si sposteranno apparentemente nelle direzioni “sbagliate”. Ci aspettiamo il prossimo taglio a dicembre. L'aspettativa di un taglio a ottobre è attualmente bassa, in quanto non ci saranno dati sufficienti per giustificare un nuovo step.

Durante la conferenza stampa, la Lagarde si è attenuta in linea di massima al copione e non ha voluto evidenziare alcun cambiamento importante nella mentalità dell’istituto centrale. La visione collettiva del Consiglio direttivo è probabilmente ancora improntata alla cautela, poiché le indicazioni provenienti da alcune componenti dell'inflazione non sono ancora del tutto convincenti. Prevediamo che saranno necessari alcuni mesi di dati per confermare i timidi segnali di moderazione nella maggior parte delle variabili dell'inflazione. Pertanto, non prevediamo alcun cambiamento nel ritmo dei tagli prima dell'inizio del 2025.

Dal punto di vista del mercato, la curva sta già scontando tagli leggermente inferiori a 150 pb tra 12 mesi, il che è sostanzialmente in linea con le nostre previsioni. Il recente irrigidimento delle curve degli EGB potrebbe attenuarsi nei prossimi 3 mesi circa, ma sospettiamo che i mercati saranno molto sensibili ai futuri commenti dei membri del Consiglio direttivo della BCE, poiché è molto probabile che vi sia un'ampia gamma di opinioni sulle prossime mosse, dato il quadro economico complessivamente più sfavorevole.

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