ROMA (Reuters) - L'economia non osservata, che comprende il sommerso e le attività illegali, ha raggiunto nel 2014 un valore di 211 miliardi, pari al 13% del Pil e in lieve crescita rispetto al 12,4 registrato nel 2011.
Lo rende noto l'Istat spiegando che il valore aggiunto generato dalla sola economia sommersa ammonta a 194,4 miliardi di euro (12% del Pil), quello connesso alle attività illegali (incluso l'indotto) a circa 17 miliardi di euro (1% del Pil).
Il valore aggiunto totale deriva per il 46,9% da sotto-dichiarazioni da parte degli operatori economici, mentre la parte restante è attribuibile per il 36,5% al lavoro irregolare, per l'8% ad attività illegali e per l'8,6% ad altre componenti come gli affitti in nero.
L'incidenza sul valore aggiunto dei flussi generati dall'economia sommersa è particolarmente elevata nei settori delle Altre attività dei servizi (33,6% nel 2014), del Commercio, trasporti, attività di alloggio e ristorazione (25,9%) e delle Costruzioni (23,5%).
La componente di valore aggiunto generata dall’impiego di lavoro irregolare è particolarmente rilevante nel settore degli Altri servizi alle persone (23,3% nel 2014), dove è principalmente connessa al lavoro domestico, e nell’Agricoltura, silvicoltura e pesca (16,3%).
Nel 2014 le unità di lavoro irregolari sono 3 milioni 667 mila, in prevalenza dipendenti (2 milioni 595 mila), in significativo aumento sull’anno precedente (rispettivamente +180 mila e +157 mila).