MILANO (Reuters) - L'uscita della Grecia dall'euro potrebbe provocare nel medio periodo tensioni anche per gli altri paesi, rendendo l'unione monetaria più "fragile".
Lo sostiene il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan, in un'intervista pubblicata questa mattina da Repubblica, in cui chiede ad Atene di mettere in campo "proposte credibili e azioni concrete su pensioni, mercato del lavoro e sistema fiscale", visti i tempi "oggettivamente stretti" per un accordo.
Sul rischio di un'uscita della Grecia dall'euro il ministro spiega che nel breve periodo per l'Italia non ci sono preoccupazioni, grazie allo scudo rappresentato dal Qe della Bce; il vero problema è nel medio periodo, prosegue, in quanto "un insieme da cui si può uscire non è più irreversibile", e questo "cambierebbe i prezzi laddove ci fossero tensioni", rendendo il sistema "più fragile e meno capace di assorbire gli shock".
Passando al tema Montepaschi, ad una domanda sulla possibilità che l'istituto diventi preda straniera, il ministro risponde che il governo guarda con favore alle aggregazioni che producono soggetti bancari più grossi riducendone il numero.
"Si tratta di operazioni di mercato, noi le osserviamo" afferma.
Sul fronte dell'attività di governo Padoan sottolinea poi l'obiettivo di chiudere l'attuale fase delle privatizzazioni, che comprende Poste, Ferrovie e il settore immobiliare, entro il 2016.
In merito invece alla recente sentenza della Consulta sulle pensioni, il ministro non nasconde alcune perplessità, spiegando che "se ci sono sentenze che hanno un'implicazione di finanza pubblica, deve esserci una valutazione dell'impatto", cosa che secondo il ministro è mancata.
2015-05-22T084624Z_1007240001_LYNXMPEB4L0CG_RTROPTP_1_OITTP-PADOAN-INTERIVSTA-REPUBBLICA.JPG