Investing.com -- L'indicatore dell'inflazione preferito dalla Federal Reserve è aumentato a ottobre a un ritmo più lento su base annua rispetto al mese precedente, nell'ultimo segnale che la lunga campagna di rialzi dei tassi di interesse della banca centrale potrebbe funzionare per contenere la crescita dei prezzi.
Il mese scorso il cosiddetto indice dei prezzi "core" spesa per consumi personali (PCE), che esclude voci volatili come cibo e carburante, è sceso al 3,5% su base annua e allo 0,2% mensile, in linea con le stime. A settembre erano aumentati rispettivamente del 3,7% e dello 0,3%.
"Dopo i timori di un'inflazione 'appiccicosa' e 'persistente', il rallentamento da un mese all'altro delle letture [PCE] di base è incoraggiante", ha dichiarato Kathy Jones, Chief Fixed Income Strategist di Charles Schwab (NYSE:SCHW), in un post sulla piattaforma di social media X.
L'indice complessivo figura è aumentato del 3,0% su base annua, rallentando rispetto al 3,4% di settembre grazie soprattutto al calo dei prezzi dell'energia. Su base mensile, il misura si è attestato allo 0,0%, in calo rispetto all'aumento dello 0,4% del mese precedente. Gli economisti si aspettavano letture del 3,0% su base annua e dello 0,1% su base mensile.
I dati potrebbero contribuire a determinare come i funzionari della Fed calibreranno i tassi di interesse nei prossimi mesi. È opinione diffusa che la banca centrale lascerà i tassi al 5,25%-5,50% nel corso della riunione del mese prossimo, anche se alcuni responsabili politici hanno lasciato intendere che un allontanamento da questa posizione così rigida e senza precedenti potrebbe essere imminente.
All'inizio della settimana, il governatore della Fed Christopher Waller, una voce tipicamente da falco, ha suggerito che "potremmo iniziare a ridurre il tasso di policy" se l'inflazione continuerà a rallentare per "ancora diversi mesi". I commenti hanno rafforzato le aspettative che la Fed possa ridurre i tassi già a maggio del prossimo anno.