Investing.com - Il prezzo del greggio sale negli scambi statunitensi di questo mercoledì, dopo i dati settimanali sulle scorte USA di greggio e prodotti raffinati che hanno mostrato un calo inaspettato.
Il greggio con consegna a novembre sul New York Mercantile Exchange è salito di 1,09 dollari, o del 2,47%, a 45,19 dollari al barile alle 10:34AM ET (14:34GMT).
L’Energy Information Administration ha mostrato che le scorte di greggio sono scese di 6,2 milioni di barili nella settimana terminata il 16 settembre, contro le previsioni di un aumento di 3,35 milioni di barili. Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute ha reso noto che le scorte di greggio statunitensi sono scese di 7,5 milioni di barili nella settimana terminata il 16 settembre.
Le scorte di Cushing, Oklahoma, il principale punto di consegna del greggio Nymex, sono aumentate di 0,526 milioni di barili la scorsa settimana, secondo i dati EIA. Ma il totale di 504,6 milioni resta ai “massimi storici per questo periodo dell’anno”, ha dichiarato l’EIA.
Il report ha mostrato che le scorte di benzina sono scese di 3,204 milioni di barili, contro le aspettative di un calo di 0,567 milioni di barili, mentre per le scorte di prodotti raffinati, che comprendono il gasolio è stato riportato un aumento di 2,238 milioni di barili, contro le previsioni di un aumento di 0,250.
Intanto, sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a novembre sale di 88 centesimi, o dell’1,92% a 47,76 dollari al barile alle 10:41AM ET (14:41GMT), contro i 46,58 dollari precedenti al rilascio dei dati.
I traders del greggio continuano a valutare la possibilità che i principali produttori della materia prima possano congelare la produzione per supportare il mercato in occasione di un vertice previsto a fine mese.
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio, con in testa l’Arabia Saudita ed altri principali esportatori di greggio del Medio Oriente, incontrerà i produttori non-OPEC guidati dalla Russia in occasione di un vertice informale che si terrà in Algeria dal 26 al 28 settembre per discutere di un congelamento della produzione.
Le possibilità che il vertice di fine settembre possa portare ad un’azione concreta per la riduzione dell’eccesso globale di scorte sono minime, secondo gli esperti dei mercati. Molti analisti ritengono invece che i produttori continueranno a tenere d’occhio il mercato e probabilmente rinvieranno le trattative sul congelamento al vertice ufficiale dell’OPEC in agenda a Vienna il 30 novembre.
Il tentativo di congelamento della produzione all’inizio dell’anno è fallito quando l’Arabia Saudita si è tirata indietro dopo il rifiuto dell’Iran di prendere parte all’iniziativa, mettendo in evidenza la difficoltà di raggiungere un accordo da parte di paesi rivali dal punto di vista politico.