ROMA (Reuters) - Se la Camera non vota la fiducia sul disegno di legge elettorale, il governo andrà a casa. Lo ha ribadito il premier Matteo Renzi, in una lettera pubblicata oggi da La Stampa.
"Abbiamo messo la fiducia perché ... o si decide o si torna al punto di partenza", scrive Renzi.
"Se non passa, il governo va a casa. Se c'è bisogno di un premier che faccia melina, non sono la persona adatta. Se vogliono un temporeggiatore ne scelgano un altro, io non sono della partita".
Già ieri Renzi, su Twitter, aveva detto che la Camera ha il diritto di mandarlo a casa non votando la fiducia sul provvedimento, divenuto il simbolo del suo sforzo per rinnovare il Paese.
I voti di fiducia saranno in realtà tre, uno per ogni articolo della riforma. Si comincerà questo pomeriggio con quello sul primo articolo, e si proseguirà domani con gli altri due articoli.
Il governo ha scelto di blindare il provvedimento, che punta a garantire una solida maggioranza di deputati al governo in carica, per scongiurare il rischio di nuove modifiche al testo che avrebbero comportato un secondo passaggio al Senato in un contesto più difficile di gennaio, quando a Palazzo Madama il via libera era arrivato anche da Forza Italia.
L'opposizione e una minoranza del Pd, tra cui l'ex capogruppo Roberto Speranza e l'ex segretario Pier Luigi Bersani, accusano Renzi di umiliare il Parlamento.
Sulla legge elettorale è ammessa la fiducia, come ha ricordato ieri in aula la presidente della Camera Laura Boldrini. Ma esiste solo un precedente nella storia della Repubblica: la legge elettorale del 1953, che i suoi oppositori avevano definito "legge truffa".