Investing.com - L’attività del settore manifatturiero britannico è rallentata ancora il mese scorso al minimo di quattro mesi, l’incertezza per l’esito dei negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea pesa sul sentimento delle imprese.
L’agenzia di ricerche di mercato IHS Markit ha reso noto che l’indice dei direttori acquisti per il settore manifatturiero è sceso come previsto a 52,0 a febbraio, da 52,6 dell’inizio dell’anno. Si tratta del minimo di quattro mesi e del secondo livello più basso dal luglio 2016, il mese successivo al referendum sulla Brexit.
Sebbene migliore degli indici PMI industriali di Francia e Germania, IHS Markit ha affermato che l’aumento della produzione manifatturiera britannica ha rispecchiato perlopiù l’aumento delle scorte e la spinta a ridurre gli ordini inevasi in caso il paese non riuscisse ad ottenere un accordo di transizione per smussare lo sconvolgimento della Brexit.
L’indice PMI sulle scorte di acquisti è salito a febbraio a 59,1, il massimo mai registrato dagli indici PMI del G7.
“Con la Brexit ormai alle porte, i manifatturieri britannici continuano ad implementare piani per mitigare eventuali interruzioni”, spiega Rob Dobson, direttore di IHS Markit.
“L’attuale grado elevato di incertezza sta inoltre avendo effetti a catena sulla fiducia delle imprese e sull’occupazione, con l’ottimismo ai minimi mai registrati e il tasso di disoccupazione al massimo di sei anni”, aggiunge Dobson.
“Il settore manifatturiero e l’economia britannica in generale si trovano quindi ad affrontare un 2019 difficile, con il rallentamento esacerbato nel corso dell’anno con la riduzione delle scorte e le difficoltà legate alla Brexit che probabilmente aumenteranno”, conclude.