(Reuters) - La nuova legge elettorale, caposaldo delle riforme del premier Matteo Renzi, è stata approvata in via definitiva dalla Camera.
Per il governo e la maggioranza, al netto dei dissidenti del Pd, è il sistema che garantirà il bipolarismo e governi stabili all'Italia per l'intera legislatura. L'opposizione l'ha contestata aspramente (al coro si è unita anche Forza Italia che l'aveva votata in Senato quattro mesi fa e poi ha cambiato idea), dicendo che piega il Parlamento al potere del presidente del Consiglio e al tempo stesso favorisce la parcellizzazione dell'opposizione.
Ecco i punti salienti della riforma, ribattezzata Italicum.
AL VOTO PER CAMERA DEPUTATI, MA NON PRIMA DI META' 2016
Il nuovo sistema elettorale vale soltanto per la Camera dei deputati ed entrerà in vigore dal 1° luglio 2016; un'efficacia differita di circa quindici mesi, nei quali il Parlamento dovrebbe portare a termine la trasformazione del Senato in un'assemblea composta da rappresentanti di Regioni e Comuni, senza vincolo di fiducia con il governo.
Se nel frattempo ci fossero elezioni anticipate, si andrebbe al voto per entrambi i rami del Parlamento con il Consultellum, il sistema proporzionale con soglie di sbarramento uscito dalla sentenza della Corte costituzionale del dicembre 2013 che rendeva nulla la legge precedente.
PREMIO A CHI ARRIVA PRIMO, MA GARANZIE PER I PICCOLI
L'Italicum assegna un premio di maggioranza (340 seggi in totale su 630) alla lista che supera il 40% dei voti su base nazionale. Se nessun partito centra la soglia, si svolge un ballottaggio per l'assegnazione del premio tra i due più votati. I 290 seggi rimanenti sono distribuiti tra i perdenti, anche l'eventuale sconfitto al ballottaggio, in modo proporzionale ai voti ottenuti al primo turno.
Per partecipare alla distribuzione dei seggi, che avviene a livello nazionale, una lista dovrà avere preso almeno il 3% dei voti.
In questo modo il governo intende garantire la governabilità (premio al partito che vince, non più alla coalizione) e la rappresentatività (soglia di sbarramento più bassa rispetto al 4,5% previsto in origine).
NELLA SCHEDA UN CAPOLISTA E SPAZIO PER 2 PREFERENZE
L'Italia sarà suddivisa in 100 collegi elettorali, in ognuno dei quali saranno eletti circa 6 deputati (c'è poi il voto all'estero). In ciascun collegio ogni partito presenta una lista di 6-7 nomi (con alternanza uomo-donna); il capolista è "bloccato", cioè è già scelto dal partito ed è eletto automaticamente se questo vince almeno un seggio.
La scheda contiene poi lo spazio per due preferenza, ma la seconda deve essere di genere diverso dalla prima, pena la sua nullità.
STESSO CANDIDATO IN PIU' COLLEGI
La legge concede ai partiti di candidare la stessa persona in un massimo di 10 collegi diversi, le cosiddette multicandidature. Difficile determinare a priori quanti saranno gli eletti con il voto bloccato e quanti con il voto di preferenza: dipende dal numero delle candidature plurime e dal numero di collegi in cui i partiti otterranno più di un seggio. Ma la probabilità di essere eletti con la preferenza decresce al diminuire dei voti ottenuti dalla lista.
(Roberto Landucci)
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