ROMA (Reuters) - Il "patto" annunciato da Matteo Renzi sabato all'assemblea del Pd per tagliare le tasse di 50 miliardi nei cinque anni della legislatura che si concluderanno nel 2018 fa discutere all'interno del partito. La maggioranza difende la proposta e la minoranza accusa il premier di aver lanciato una proposta "improvvisata" nei contenuti, una sorta di apertura della campagna elettorale per le amministrative del prossimo anno.
Renzi sabato all'Expo ha annunciato il taglio di "tutte le tasse sulla prima casa" a partire dal 2016, un taglio dell'Ires per le imprese nel 2017 e una "revisione" degli scaglioni Irpef a partire dal 2018.
I renziani hanno subito accolto la proposta come un rilancio dell'attività politica per il resto della legislatura mentre la minoranza interna accusa Renzi di avere fatto una proposta "clamorosa" per evitare di intervenire sulle polemiche del momento, in particolare sulle crisi che hanno colpito le amministrazioni locali sostenute dal Pd come quelle della capitale, guidata da Ignazio Marino, e da Rosario Crocetta in Sicilia.
"È sacrosanto ridurre il carico fiscale. Ma c'è modo e modo e bisogna finalmente discuterne sul serio. Non si vorrà certo tirare la volata al modo della destra", dice l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani.
Per il leader della minoranza cioè la proposta del segretario rischia di inseguire temi cari alla destra piuttosto che lanciare la posizione tradizionale della sinistra con una tassazione progressiva che salvaguardi i redditi più bassi, notazione che è stata fatta esplicitamente ieri anche dal segretario della Cgil Susanna Camusso.
Opposta l'interpretazione della maggioranza del partito. Quella di Renzi è una proposta "capace di spiazzare e ridare una visione di lungo respiro", dice Flavia Nardelli, in predicato di diventare domani la nuova presidente della commissione Cultura della Camera.
La Nardelli risponde anche a quei critici secondo i quali Renzi, con la sua proposta, avrebbe aperto la campagna elettorale verso le amministrative del prossimo anno o, addirittura, verso elezioni politiche anticipate, piuttosto che disegnare un programma di cose da fare.
"Il suo è stato il lancio di un programma di lungo respiro e certamente non la partenza di una campagna elettorale. La proposta di Renzi non fa calcoli sul breve periodo ma sui tre anni di legislatura che ancora mancano al 2018", commenta le deputata del Pd.
(Paolo Biondi)